Dallo stato dell’arte del settore dopo 2 anni di pandemia agli sviluppi che lo stesso avrà nei prossimi mesi, dall’atteso riordino del mercato del gioco pubblico alle gare per le nuove concessioni: questi sono solo alcuni degli importanti punti toccati nell’esclusiva intervista rilasciata, al direttore di Agimeg Fabio Felici, da Giuliano Frosini, Vice President Public Affairs IGT.
Qual è lo stato dell’arte del settore dopo 2 anni esatti di pandemia? E’ un mercato in ripresa o siamo ancora in una fase di “riparazione” dei danni subiti?
“Prima di entrare nel merito, rivolgerei un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito al superamento della fase acuta della pandemia: operatori sanitari e medici. Anche nel nostro settore, un “grazie” va ai tabaccai, che hanno lavorato in prima linea nei momenti più difficili.
Il mondo del gioco pubblico, che ha vissuto una chiusura fra le più lunghe durante la crisi, sta vivendo oggi una fase di ripresa, grazie anche agli strumenti introdotti dal Governo per gestire la crisi sanitaria che hanno consentito alle persone di ricominciare a vivere. A mio avviso, però, la ripresa sarà vera quando sarà accompagnata da un percorso di riforma orientato alla stabilità regolatoria. Solo così gli operatori che, come molti altri imprenditori, hanno dovuto coprire a proprie spese i danni economici conseguenti alla chiusura, potranno finalmente guardare al mercato, già maturo, con minore preoccupazione”.
La gestione del settore durante la pandemia
“La situazione di estrema emergenza che abbiamo attraversato ha condotto i diversi governi che si sono succeduti ad agire nell’interesse della collettività e trovo che si sia fatto quanto di meglio possibile. Inoltre, il Regolatore ha svolto un’azione lungimirante dal punto di vista strategico. ADM, infatti, nell’ambito delle scelte del Governo, ha fornito il punto di vista del settore, grazie anche a studi e ricerche sul mercato che hanno saputo offrire un’analisi utile al decisore. Insomma una azione virtuosa che ha supportato un dialogo fra le parti in equilibrio fra le esigenze di mercato e l’interesse pubblico. Credo che il prolungamento delle chiusure e gli scarsi ristori siano soprattutto frutto del pregiudizio che fa da sfondo al dibattito politico sul Gioco Pubblico. Solo il settore del Gioco non ha visto alcun DPCM che sancisse la riapertura: semplicemente questa è avvenuta per inerzia…”
Ha sempre avuto una visione a lungo termine sul settore e non solo. Quello che ci aspetta è un 2022 di novità, di attese o di speranze naufragate?
“Dobbiamo distinguere se la ripresa è intesa come fine dei vincoli pandemici, come auspico e spero per tutti, quindi fine della pandemia, quindi ripresa dei consumi, rimozione di quelle difficoltà collegate ai classici problemi di questi 24 mesi. Fermo restando che le rimozioni avverranno nel rispetto delle valutazioni che prenderanno i decisori del governo, che a loro volta ascolteranno la comunità scientifica, questo ci lascia ben sperare per questo 2022. Supponendo invece che la pandemia finisca e che stiamo finalmente parlando della normalità, sarà il 2022 l’anno con grandi novità nella regolazione, la fine di alcuni grandi temi e l’avvio di un percorso nuovo per il settore? Sinceramente è difficile da dirsi. Per ora l’intendimento del decisore pubblico è stato immaginare un mercato, caratterizzato da concessioni in scadenza o scadute da tempo, che viene portato avanti con proroghe non strategiche ma tattiche. – Bisogna certamente sostenere in ogni modo l’idea di portare avanti la legge delega. Sarà una sfida difficile, vista l’approssimarsi della fine della legislatura, ma bisogna provarci anche grazie a un fatto nuovo, cioè che il pregiudizio dell’opinione pubblica comincia a mostrare un po’ la corda. Pure restando l’opinione pubblica particolarmente affezionata alle esternalità negative del settore credo che il “professionismo del no” cominci ora ad essere estemporaneo. Mi pare che i toni del dibattito siano più sostenibili anche da parte di chi, legittimamente, ha idee negative sul settore del gioco pubblico. Inoltre, si rafforza l’idea che il gioco legale è utile anche in relazione al fatto che non ci sia il gioco illegale”.
Senza nessuna velleità politica, su cosa dovrebbe incentrarsi il riordino del settore ? Le gare per il rinnovo delle concessioni scadute se e quando si faranno?
“Sul riordino ho pochi dubbi. Il riordino si deve fare e si farà. Non so se oggi sia una priorità ma si deve fare per numerosissimi motivi, il principale dei quali è il cuore stesso del riordino: rimodulazione del modello distributivo. Occorre partire da lì. Rimodulare il modello della distribuzione, consentirebbe anche di riaprire un discorso politico con gli enti locali. Una delle poche attività bipartisan della quale sento parlare negli ultimi anni, come sottolineato anche dal sottosegretario Federico Freni, è quella che evidenzia la necessità di ripartire dall’intesa della Conferenza delle Regioni del 2017, per intenderci quella voluta dall’allora sottosegretario con delega ai giochi Pierpaolo Baretta. Evidentemente c’era del valore nell’intesa trovata all’epoca. Bisogna ripartire da un fatto politico, cioè la revisione del modello distributivo deve essere portata avanti con la consapevolezza della sostenibilità di quella rete da parte degli Enti Locali. Il cuore, quindi, è il modello distributivo che deve presupporre un nuovo accordo, che passa, secondo me, attraverso la condivisione ella numerosità dei punti di vendita ed altre opportunità da valutare con Comuni e Regioni. Quando capita di parlare, ad esempio, di compartecipazione del gettito da parte degli Enti Locali si scatenano sempre molte critiche. Gli Enti Locali potrebbero trarre il vantaggio della trasformazione di una porzione delle upfront dovute allo Stato, quindi quelle cifre che vengono versate dai concessionari in occasione della gara. In aggiunta a questo, i pagamenti di multe e sanzioni verrebbero riscossi direttamente dagli Enti Locali, costruendo così una prospettiva di maggiore consapevolezza, a patto che le reti siano sostenibili, che gli investimenti dei punti vendita possano essere ragguardevolmente traghettati verso forme di maggiore sicurezza e di maggiore responsabilità del concessionario. può essere un buon modo per cooperare con gli Enti Locali e offrire strumenti di prevenzione e, se nel caso, anche di cura per quei soggetti che hanno avuto un impatto più forte dall’esposizione a questo tipo di prodotti. Ma non credo che il gettito debba “ingolosire” gli Enti Locali. Può essere uno degli strumenti, ma lo strumento centrale del dibattito, e insisto su questo punto, è la politica. Nel caso del gioco, mi riferisco al concetto condiviso, che deriva dal diritto comunitario, della riserva statale. La riserva occorre allo Stato centrale per dettare le regole che sono finalizzate alla valutazione degli eventuali impatti sociali che derivano da quel settore. dovrebbe essere la sostenibilità del modello distributivo a fare la differenza, non l’opinione pubblica di questo o di quel territorio. Armonizzare significa anche offrire la prospettiva e la possibilità di realizzare finalmente quei processi di evidenza pubblica che poi serviranno a riassegnare le concessioni. La riserva statale discende infatti da due principi: la sicurezza e l’ordine pubblico. Ed in quel senso ci si dovrebbe muovere. Un prodotto certificato, presidiato da operatori del settore formati, ma in una dimensione armonica in cui ciascuno possa sapere dall’inizio quali sono i propri doveri, che possono essere anche irrobustiti, ma che devono esser accompagnati dai giusti diritti”.
Gare concessioni
“Nel periodo che ci separa dalle prossime gare per l’aggiudicazione della concessione, occorre a mio avviso affrontare la questione legate all’armonizzazione delle leggi regionali. Molto dipenderà comunque da come verranno trascorsi questi mesi. Lo stillicidio dell’incertezza regolatoria è certamente impattante sul settore. Non è una situazione sostenibile né è saggio proseguire per questa strada. Penso che sarebbe più vantaggioso per la politica, per l’interesse pubblico e per gli operatori avere una prospettiva di lungo periodo ben determinata”.
Il mercato del gioco va sempre di più concentrandosi. E’ un fenomeno congiunturale o un trend fisiologico?
“Per gli operatori è un fenomeno fisiologico accelerato da un trend congiunturale. E’ stato abbastanza naturale che il mercato, una volta regolamentato, abbia visto una progressiva emersione di tantissimo gettito fiscale in poco tempo, e che ciò abbia generato qualche peculiarità di forma Uno tra questi è stato quello di ottenere un mercato molto frastagliato, con piccoli operatori che hanno talvolta anche una sola sala scommesse e altri più grandi che ne hanno migliaia. L’aggregazione è un processo naturale, ed è probabile che in questo tempo sia stato accelerato. Inoltre, l’instabilità della regolazione continua a creare situazioni incerte per chi ha una piccola rete o un modello distributivo più esiguo. Il risultato fisiologico, dunque, alla mancata stabilità della regolazione è l’aggregazione, il consolidamento”.
Che IGT vedremo nei prossimi mesi?
“IGT in Italia è sempre in movimento, un dinamismo che ci porta a confrontarci con nuove sfide che affrontiamo sempre con grande entusiasmo ed impegno. Siamo molto concentrati sul nostro core business di sempre, e questo ci ha permesso di replicare le nostre buone pratiche anche a livello internazionale, Lavoriamo con impegno e responsabilità all’ampliamento della nostra offerta per offrire ai consumatori versioni più moderne, innovative e sicure delle esperienze di gioco nel mercato delle lotterie.
Punteremo anche alla diffusione di prodotti digitali, sempre saldamente ancorati alla rete fisica. Anche in questo campo ci confrontiamo con un Regolatore attento verso le novità derivanti dall’innovazione tecnologica. Ovviamente proseguirà il nostro grande impegno nelle attività di Gioco Responsabile, un programma di sensibilizzazione e formazione che fa riferimento alla possibilità che ci si possa intrattenere con equilibrio. In questa direzione il lavoro svolto dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in concomitanza con la Lotteria Italia con il lancio del concorso “Disegniamo la fortuna” ha dato un forte segnale rispetto ai temi della diversità e dell’inclusione e ha emozionato tanti di noi. Anche IGT vuole fare la sua parte: perseguiamo obiettivi di sostenibilità come la valorizzazione delle persone e delle loro diversità, il supporto alla comunità che ci ospita, e il sostegno all’ambiente”. ff/AGIMEG