“La quantità di tempo trascorso a giocare non è il fattore chiave per il comportamento di dipendenza”. E’ quanto ha dichiarato Mark Griffiths, psicologo comportamentale della Nottingham Trent University, premiato nel corso della 16a edizione della Responsible Gambling Academy (RGA), tenutasi a Vienna, focalizzata sui temi della protezione dei giocatori e della prevenzione delle dipendenze. Tobias Hayer dell’Università di Brema, nel corso dell’evento ha invece presentato i risultati del suo studio sull’efficacia delle misure di protezione individuale dei giocatori e dei giovani. La riduzione dell’offerta è consigliabile per minimizzare eventuali problemi legati al gioco, ma allo stesso tempo suggerisce sforzi di prevenzione basati sulla scuola e feedback personalizzati. “La formazione del personale dei punti vendita di gioco può influenzare la protezione dei giocatori a lungo termine”, ha osservato, affermando l’importanza della formazione continua per i dipendenti in tema di gioco responsabile. Un altro rapporto sui giovani e il gioco è stato presentato da Megan Pengelly, Program Manager for Risk Minimization di GamCare, Regno Unito. “Poiché gli adolescenti sono spesso inconsapevoli dei pericoli del gioco d’azzardo, GamCare sviluppa progetti e workshop per i giovani e per coloro che lavorano a contatto con quella fascia d’età, per educarli e fornire strumenti per affrontare le tematiche legate al gioco, frenando in modo preventivo eventuali eccessi”. cr/AGIMEG