Gioco Legale, Eurispes: “Le infiltrazioni criminali nel sistema del gioco dovute alla stratificazione normativa e sovrapposizione tra disciplina europea, nazionale e locale. Indispensabile l’apporto degli operatori legali e di ADM”

Il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, ha incontrato lo scorso 16 luglio il Direttore generale della Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Marcello Minenna, per illustrare gli obiettivi individuati attraverso il Protocollo d’intesa e di collaborazione istituzionale tra la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e l’Istituto, rinnovato e siglato a Roma a giugno. Obiettivo comune è l’analisi e l’approfondimento dei fenomeni di grande rilevanza sul fronte dell’evoluzione della criminalità organizzata.

Tra di essi, i giochi e le scommesse sono sempre più al centro degli interessi di tutte le organizzazioni mafiose, come confermato dalla Relazione Semestrale della Direzione Investigativa Antimafia per il periodo luglio-dicembre 2019 che ha dedicato un apposito focus a “Mafia & Giochi”. Un’attenta analisi del rapporto tra criminalità e giochi si rende necessaria, si legge nella relazione, in ragione della convergenza di interessi delle differenti organizzazioni che talora si consorziano tra di loro e della necessità di mantenere alta l’attenzione nei confronti di un fenomeno che, se non adeguatamente regolamentato e preservato dalle infiltrazioni criminali, oltre a rimpinguare le casse delle mafie, è causa di notevoli effetti negativi anche sul piano economico e sociale.

Le mafie riescono a coniugare perfettamente tradizione e modernità ed il gioco ne è la massima espressione perché a sistemi tradizionali di scommessa i clan affiancano quelli più sofisticati sulle piattaforme online.

Il contrasto al riciclaggio internazionale è propedeutico per arginare anche la diffusione del gioco illegale, poiché il settore si sta sviluppando in un contesto transnazionale.

Anche le indicazioni che emergono dal secondo Report (giugno 2020) dell’Organismo permanente di monitoraggio ed analisi sui rischi di infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto sociale ed economico, fornito al Ministro dell’Interno Lamorgese, sottolineano una sempre maggiore attrattività del settore ludico dove si stanno creando particolari saldature tra le organizzazioni criminali in maniera trasversale sul territorio e all’estero.

In proposito, dall’ultimo Rapporto annuale dell’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) di Banca d’Italia, relativo al 2019, dagli scambi con le controparti estere: «emerge che la criminalità organizzata è particolarmente attiva anche nella gestione di attività di gioco su scala transnazionale». L’attenzione è rivolta «sia ai servizi di gioco tradizionali (raccolta e gestione di scommesse, sale bingo, casinò, slot machine, lotterie, poker) sia a quelli prestati online».

Da un lato, le segnalazioni di operazioni sospette provenienti dagli operatori del comparto sono passate dalle 1.053 del 2014 alle 5.067 del 2018, con una crescita particolarmente accentuata nell’ultimo anno del periodo (+95% rispetto alle 2.600 del 2017), soprattutto per l’aumento del comparto online che ha trasmesso 4.552 segnalazioni. Dall’altro, come evidenziato nella relazione del Direttore dell’UIF, durante l’audizione del 10 dicembre 2019, presso il Comitato IV “Influenza e controllo criminali sulle attività connesse al gioco nelle sue varie forme”, della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali anche straniere, in generale, le ispezioni nei confronti delle società di gioco (esaminando realtà imprenditoriali riferibili a cinque primari operatori), «hanno rilevato carenze nell’adeguata verifica della clientela da parte della rete distributiva di cui i concessionari si avvalgono, in parte riconducibili all’assenza (alla data degli accertamenti) di un completo quadro normativo di attuazione delle disposizioni primarie. I controlli svolti dai concessionari sulla rete distributiva sono risultati poco incisivi, con riferimento sia alla verifica dei requisiti soggettivi di tali operatori, sia all’accertamento dell’osservanza degli obblighi antiriciclaggio».

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nel 2019 ha sottoposto a controlli oltre 34.000 ricevitorie, segnalando all’Autorità Giudiziaria oltre 600 persone, disponendo più di 400 misure cautelari, riscontrando oltre 5.000 violazioni amministrative e irrogando sanzioni per oltre 144 milioni di euro. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, in particolare, ha accertato quasi 50 violazioni, sospendendo 39 esercizi, nella sua attività di contrasto sul divieto di gioco ai minori, disponendo, dal 1° giugno 2019, il divieto di scommettere sugli eventi sportivi dei minori. Sempre nel 2019, sono stati anche inibiti oltre 1.000 siti web che, in modo illecito, contenevano offerte di gioco, droghe e prodotti da fumo. Per dare forza a questa attività, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha di recente sottoscritto con la Guardia di Finanza un protocollo per l’esecuzione dei provvedimenti di chiusura emessi da ADM nei confronti dei punti di gioco illegale e irregolare. Analogamente, sempre per il contrasto al gioco illegale, ADM, Guardia di Finanza, Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato hanno rafforzato la loro intesa ridefinendo le regole operative del Comitato per la prevenzione e la repressione del gioco illegale, la sicurezza e la tutela dei minori.

Nel 2019, nel settore del gioco illegale, sono state riscontrate dalla Guardia di Finanza oltre 1.883 violazioni e concluse 157 indagini di polizia giudiziaria. È quanto emerge, nel 246esimo anniversario della fondazione della Guardia di Finanza, dal bilancio operativo del 2019. Sul fronte della prevenzione, il Nucleo Speciale Polizia Valutaria ha proceduto all’analisi di 82.810 segnalazioni di operazioni sospette. In totale, nel 2019, la Guardia di Finanza ha eseguito 1.084.537 interventi operativi e 51.130 indagini delegate dalla magistratura ordinaria e contabile in tutti gli àmbiti della propria missione istituzionale.

Anche la cronaca giudiziaria ha visto crescere in misura progressiva notizie relative a imponenti operazioni di Polizia che colpiscono molteplici affari dei clan tra i quali figurano, con sempre maggior frequenza, anche i giochi e le scommesse (tra le più recenti, le operazioni “All In” e “Alastra” coordinate dalla DDA di Palermo nel mese di giugno 2020).

Come più volte evidenziato dall’Osservatorio Eurispes, non è una novità l’interesse malavitoso per un’area che fino agli inizi degli anni Duemila era esclusivo appannaggio di chi operava nell’illegalità e senza controllo. La legalizzazione e la regolamentazione del settore sono state una scelta politica sorretta da motivazioni di ordine socio-sanitario, di controllo e tutela dell’ordine pubblico, con riflessi significativi sempre più importanti per le entrate erariali.

Oggi, tuttavia, si registra un percorso compiuto a metà, perché se da un lato sono diventate prioritarie e difficilmente rinunciabili le entrate provenienti dal settore, dall’altro, la criminalità riesce ad approfittare delle falle del sistema concessorio che continua a mostrare vulnerabilità che devono essere superate.
Per portare a termine questo percorso, è necessario avviare una concreta e fattiva collaborazione con le Forze di polizia e le Autorità competenti insieme con tutti gli operatori del comparto, nessuno escluso. Le specificità e il tecnicismo che ammantano la materia, dal punto di vista tecnico e giuridico, fanno sì che sia prezioso e irrinunciabile il contributo di chi opera dall’interno del settore. La stratificazione normativa e la sovrapposizione tra disciplina eurounitaria, nazionale e locale, non aiutano certo le Forze di polizia e la Magistratura che deve applicare le leggi.

Per tracciare una volta per tutte e senza incertezze i confini tra area legale e area illegale è indispensabile che gli operatori del comparto svolgano un ruolo attivo e non di meri spettatori. Finché esisterà la cosiddetta “zona grigia”, è arduo ipotizzare un cambiamento che si mostra invece necessario anche nel modo in cui l’opinione pubblica percepisce il settore. Il contrasto all’illegalità ed il recente plauso alle iniziative istituzionali che lo rafforzano, da parte delle associazioni rappresentative degli operatori del gioco pubblico, devono trovare riscontri concreti in chi opera legalmente in questo settore, anche tramite azioni giudiziali quali la costituzione di parte civile nei processi penali che si celebrano nei confronti di chi invece opera illegalmente.

L’Osservatorio Giochi, Legalità e Patologie dell’Eurispes, presieduto dal magistrato Antonio De Donno e diretto dagli Avvocati Chiara Sambaldi e Andrea Strata, è al lavoro nell’àmbito delle collaborazioni e dei protocolli già attivi e di recente implementati, tramite il coordinamento congiunto con la DNA dell’“Osservatorio permanente sulla Sicurezza”, presieduto dal Gen. Pasquale Preziosa, già Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare Italiana, e docente di Geopolitica della sicurezza.

L’obiettivo è analizzare le caratteristiche qualitative e quantitative dei diversi fenomeni illegali e offrire un contributo di conoscenza ai decisori politici che si occupano di questo settore per il miglioramento di un sistema pubblico di gestione che rappresenta un irrinunciabile presidio di legalità. A tal fine l’Istituto ritiene essenziale una fattiva collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, per la quale il Direttore Minenna, nel corso del recente incontro, ha assicurato piena disponibilità. es/AGIMEG