Il gioco pubblico fa da protagonista alla Festa dell’Unità del Pd di Milano. Durante il panel ‘No slot, lotta al gioco d’azzardo’ è emersa da più voci l’esigenza di procedere con una normativa nazionale di riordino del settore. “Si sente sempre più l’esigenza di una legge quadro nazionale che faccia fronte alla situazione a macchia di leopardo che si è venuta a creare in materia di gioco pubblico”, afferma il deputato Ezio Casati, della commissione Affari sociali della Camera, ricordando che “in Parlamento ci sono decine di proposte di legge sul tema; stiamo lavorando ad un unico progetto che sia sintesi delle varie necessità. Ciò che è auspicabile è evitare un Paese a macchia di leopardo, serve una legge che dia equilibrio ma che non tolga agli enti locali la potestà di legiferare”. “La regione Lombardia si è mossa nel primo gruppo delle Regioni che hanno legiferato nel merito, ora – anche se in maniera diversa – siamo a 15 Regioni”, aggiunge il consigliere regionale della Lombardia, Fabio Pizzul, ricordando che la propria amministrazione si è concentrata “sulla normativa urbanistica per le distanze delle sale giochi dai luoghi sensibili e sul tema sanitario per prendere in carico coloro che finiscono nella patologia”. Per il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, tra i primi ad adottare un regolamento che limita il gioco d’azzardo, compresi i Gratta e Vinci, “non si parla abbastanza di azzardo, manca una risposta a livello statale su questo grave problema”. Gori si sofferma sul problema delle distanze e degli orari di funzionamento, “i limiti imposti dai Comuni sono importanti” e “se a Roma guardassero con un po’ più di concretezza al problema, ne trarremmo tutti un vantaggio. Spero che dalla spinta di alcune Regioni e di alcuni Comuni che hanno legiferato a riguardo – affrontando anche le contestazioni di coloro che si sentono danneggiati da queste limitazioni – possa arrivare una motivazione per il nostro governo di ridurre l’offerta di gioco legale nel nostro Paese”. dar/AGIMEG