Giochi: regolatori ed esperti a convegno PAF a Mariehamn (Finlandia). A confronto le migliori practices del Responsibler gambling

Si è tenuto ieri a Mariehamn, capitale delle Aland Island, il secondo Summit sul Responsible gambling, evento ad inviti cui hanno preso parte le Authority del gioco di Italia, Finlandia, Svezia ed Estonia, i rappresentanti di alcuni dei principali operatori scandinavi ed un numero selezionato di esperti del gioco responsabile. Le Aland, un arcipelago del mar Baltico a metà strada tra Finlandia e Svezia, sono una Regione di lingua svedese, appartenente alla Finlandia, ma dotata di forte autonomia. Paf è una azienda pubblica di gioco di proprietà del Amministrazione delle Aland. Fondata 50 anni fa, offre sia gioco offline sia gioco online. E attiva principalmente nei Paesi scandinavi, ma ha recentemente persegue un programma di sviluppo nei mercati dotati di regolazione nazionale. Dispone di una licenza in UK, in Spagna e in Italia, dal 2014 attraverso l’acquisizione di Winga.

Abbiamo chiesto all’ing. Carboni, Managing Partner di Carboni&Partner e fondatore di EGLA le impressioni sul convegno. “Salvo la testimonianza dell’ADM rappresentata dal dott. Rodano e la presenza di alcuni spagnoli, il convegno è stato un’eccellente occasione per capire il gambling dei Paesi scandinavi, che hanno una cultura del gioco fondamentalmente omogenea. Il gioco in questi Paesi è importante e praticato, ma è anche molto alta l’attenzione alla salute e alla protezione del consumatore. Gli orientamenti sono meno liberali rispetto a quelli del mondo anglosassone. Sia in Svezia sia in Finlandia vige, almeno teoricamente, un monopolio di Stato e alla stessa Paf, pur legale, sono riservati ostacoli rispetto alle aziende di Stato di Finlandia a Svezia. In questi mercati il gioco online è molto praticato, ben più che in Italia, e sono presenti ancorché illegalmente i grandi operatori online, compresi Betsson e Unibet che sono società quotate in Svezia. Da tempo si discute della inevitabile introduzione di una regolazione nazionale sul modello italiano, che invece l’Estonia ha già introdotto da tempo”.

Riguardo alla società ospite, prosegue Carboni, “anche in relazione alla sua natura pubblica Paf ha scelto un posizionamento molto attento alle good causes ed al gioco responsabile. È interessante la strategia di responsible gambling, che punta a dotare il giocatore degli strumenti e informazioni, a metterlo cioè nelle condizioni perché lui abbia attivamente il controllo del proprio comportamento di gioco. Paf Investe molto in programmi pluriennali di ricerca, soprattutto in collaborazione con le Università di Stoccolma, per l’approfondimento di metodi”.

Riguardo ai contenuti e trend più avanzati emersi nel convegno secondo Carboni “gli oggetti sono fondamentalmente quelli che conosciamo, pur se tali misure sono a stadi diverso livello di implementazione. In particolare l’informazione al giocatore e i warning al giocatore riguardo al comportamento di gioco, al tempo e agli importi giocati anche rispetto alle soglie prestabilite, o anche il contatto con il giocatore, in relazione al comportamento di gioco individuato come potenzialmente critico, su richiesta del giocatore o anche attivamente. E naturalmente la messa a disposizione di tools di auto-limitazione e auto-esclusione. Emerge però chiaramente che quello che fa la differenza è il “come” queste misure e iniziative sono realizzate. A tale scopo gli studi sono basati su attente osservazioni sperimentali per provare empiricamente cosa funziona e su chi, e soprattutto in quale forma / modalità è efficace. Tutti gli esperti assegnano grande importanza al potenziale dei “big data” e del pooling tra gli operatori, tema sul quale l’Italia è avvantaggiata grazie alla connessione Sogei, e che è gradito e promosso dagli operatori italiani”. lp/AGIMEG