“L’incertezza regolatoria rappresenta il problema più grave per il settore del gioco legale. Negli ultimi 5 anni abbiamo assistito a un sistematico accanimento perpetuato attraverso l’aumento dell’imposizione fiscale e degli oneri concessori, che hanno chiesto alle aziende eccezionali sforzi finanziari oltre a costanti modifiche dei business plan, all’irrigidimento dei requisiti soggettivi e patrimoniali, alla presa di posizione ideologica di una parte della politica, alla produzione di normative territoriali in palese contrasto con la riserva statale e con le originarie regole con cui erano state assegnate le concessioni”. Così Alejandro Pascual Gonzales, Ad Codere Italia ha aperto l’incontro di oggi a Milano al Centro Congressi Stelline, la prima tappa della nuova edizione del workshop itinerante ‘In nome della legalità 2.0’. Un appuntamento che vuole essere un momento di confronto sul tema del gioco nel rispetto delle regole. “E in ultimo a una misura che si è dimostrata assolutamente insostenibile per il settore, di riduzione degli aggi per la filiera pari a 500 milioni di euro. E’ tempo di trovare un accordo tra tutti i soggetti che a vario titolo compongono lo scenario. Senza tale accordo lasceremo nelle mani dell’illegalità e delle associazioni criminali un mercato che, a livello internazionale, è considerato un esempio di eccellenza”, aggiunge l’Ad del concessionario. Tutti gli operatori del comparto sono da sempre impegnati in prima linea anche nel fronteggiare i preoccupanti fenomeni associati al gioco d’azzardo. La soluzione può essere una normativa restrittiva come quella della Regione Lombardia, che è stata seguita da altre regioni e che prevede la riduzione di offerta legale? E’ questa la strada per contenere il fenomeno della ludopatia? “Secondo alcune stime recenti, circa il 50% della popolazione italiana asserisce di aver giocato almeno una volta nel corso dell’ultimo anno – spiega il Prof. Emilio Sacchetti, Past President della Società Italiana di Psichiatria – è quindi evidente la rilevanza del core business associato al gioco d’azzardo. La stragrande maggioranza di coloro che giocano d’azzardo non sviluppa però un disturbo, ma anzi può vivere il gioco stesso come uno svago innocuo e piacevole”. “Le implicazioni sociali e psicopatologiche delle dipendenze comportamentali, in primis il gioco d’azzardo e il disturbo associato, hanno generato in questi ultimi anni grande confusione, sia sulla rilevanza epidemiologica del fenomeno, sia sulla effettiva qualità dei dati a disposizione – aggiunge il Prof. Massimo Clerici, Direttore della Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell’Università degli Studi di Milano Bicocca. E’ importante ricordare che lo Stato ha il monopolio del settore ed è quindi responsabile di ciò che avviene in materia di gioco. “La responsabilità dello Stato è anche quella di regolamentare il comparto riducendo l’offerta e creando tutte le condizioni possibili affinché il gioco diventi meno attrattivo – dichiara il Senatore Franco Mirabelli, Capogruppo PD in Commissione Parlamentare Antimafia. Con il DDL presentato in materia di riordino del settore dei giochi – che riprende il testo preparato dal governo secondo le indicazioni della Delega Fiscale – ci si prefigge di realizzare una regolamentazione valida su tutto il territorio nazionale e, allo stesso tempo, di dare un ruolo chiaro a Comuni e Regioni, stabilendo che avranno potere decisionale insieme allo Stato su come gestire la situazione. Inoltre, il testo del DDL contiene misure che, se approvate, comporterebbero una riduzione significativa delle slot machine nei locali pubblici. Un’altra questione riguarda la lotta all’illegalità, perché le inchieste mostrano che si sta sviluppando una rete di gioco totalmente illegale”. Le forze dell’ordine durante le verifiche sul territorio nazionale hanno controllato 27.428 esercizi, riscontrando 3.226 violazioni e disponendo 710 misure cautelari. Sul territorio della Regione Lombardia, i numeri registrati sono: 3.904 esercizi controllati, 399 violazioni riscontrate e 79 misure cautelari disposte. “Bisogna uscire finalmente dai luoghi comuni – sottolinea Armando Iaccarino, Direttore dell’Ufficio Governo, Accertamento e Riscossione dell’ AAMS Centrale di Roma. Il territorio è presidiato, e attraverso il lavoro congiunto con le altre forze deputate al controllo, copriamo ogni anno il 44% degli esercizi pubblici che offrono gioco legale e il 60% degli apparecchi collegati alla rete Sogei. Questo consente di evidenziare anomalie, di dare indicazioni sulle aree di intervento e soprattutto di monitorare l’attività di gioco. Interventi che determinino la riduzione dell’area del gioco legale possono mettere a rischio obiettivi importanti, come la tutela del giocatore, la tutela dei minori e soprattutto il contrasto alla criminalità organizzata. L’efficacia delle misure di intervento adottate per il raggiungimento di dati obiettivi, ai quali va necessariamente aggiunto il contrasto alle specifiche forme di dipendenza, non può prescindere dalla conoscenza dei fenomeni sottostanti al settore del gioco e dalla condivisione delle informazioni e delle metodologie di intervento da parte di tutti gli attori istituzionali chiamati a presidiare la materia”. Dal 2006 al 2014 in Italia sono stati 5.204 i siti web irregolari inibiti. 489 solo nel 2014 (dati AAMS). “Il gambling online è il nuovo business della criminalità organizzata nell’era digitale – afferma il Prof. Ranieri Razzante, Presidente AIRA-Associazione Italiana Responsabili Antiriciclaggio. Si stima che i siti che offrono sistemi di gioco d’azzardo non regolamentato siano oltre 25.000. Prosegue infatti la proliferazione del numero di piattaforme .com che offrono in rete forme di intrattenimento innovative che attirano giocatori di tutte le età, ma soprattutto il crimine organizzato che riesce a sfruttare questi sistemi per riciclare denaro. Queste piattaforme consentono di giocare ingenti quantitativi di denaro e di vincere somme più allettanti di quelle offerte dagli operatori legali. Il tutto viene agevolato attraverso una moltitudine di forme di pagamento (ricariche di carte prepagate, bonifici su paesi off-shore, valute virtuali) e di un alto grado di riservatezza offerta all’utente”. Secondo l’AAMS, nel 2014 in Italia si è registrato un volume di gioco di oltre €84 miliardi, con un ritorno in vincite di quasi €67 miliardi. All’erario è andato un gettito di €7,959 miliardi. Nello stesso periodo, in Lombardia il volume della raccolta è stato di €13,847 miliardi. €10,612 i miliardi tornati ai giocatori sotto forma di vincite. In base agli ultimi dati Censis, sono circa 5.800 le imprese impegnate nel comparto sul territorio nazionale. In particolare, dal dettaglio AAMS risultano installate 377.471 apparecchi Comma 6 (Newslot) in 88.922 esercizi, e 50.654 apparecchi Comma 6b (VLT) in 4834 sale. Nel settore sono occupati complessivamente oltre 100.000 addetti: più di 20.000 operatori direttamente nel settore e oltre 80.000 all’interno dei punti vendita (circa 140.000 location). Le imprese impegnate nel comparto sul territorio della Regione Lombardia sono 1.170 (dato Camera di Commercio di Milano). Nel primo trimestre 2015, rispetto allo stesso periodo del 2014, le imprese del gioco in Lombardia risultano diminuite complessivamente del 21,7% passando da 1.495 a 1.170. In particolare, risultano installate 63.206 apparecchi Comma 6 (Newslot) in 14.721 esercizi, e 10.205 apparecchi Comma 6b (VLT) in 857 sale (dati AAMS). lp/AGIMEG
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