Giochi, Obiettivo 2016: a Roma il forum sul “Futuro della rete dei giochi” con il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta

«Vogliamo arrivare al 2016 con una scommessa uguale per tutti e a una rete unica con regole certe». Così Maurizio Ughi ha aperto il forum sul “Futuro della rete dei giochi” organizzato da Obiettivo 2016 al Salone Margherita di Roma.
«Finora la legge di stabilità e la Corte di Giustizia europea hanno confermato che lo sdoppiamento della rete è finito – ha proseguito Ughi – Però si tratta di piccoli passi: ci auguriamo invece che la legge delega sia un atto risolutorio e definitivo». Un pensiero condiviso da Massimo Passamonti, presidente di Confindustria-Sistema Gioco Italia, il quale chiede: «regole-guida per il mercato: il gioco non può essere basato esclusivamente sul principio della tutela delle entrate erariali, ma si deve considerare anche la tutela della salute pubblica». Fino ad oggi, ha aggiunto Emilio Iaia, presidente di Giochi e Società: «è esistita una rete legale e una ‘diversamente legale’, ma adesso ci aspettiamo certezza, chiarezza e coerenza, ed è per questo che abbiamo concesso agli operatori non autorizzati la possibilità di regolarizzarsi». Per il futuro, secondo Iaia, «sarà necessario il confronto tra tutti e le linee guida dovranno essere chiare, soprattutto dal punto di vista economico, in modo da determinare l’accesso al mercato». Un mercato che, ha proseguito Ludovico Calvi, head of betting Lottomatica: «ha diversi punti di forza, ma anche di debolezza. Nell’immediato futuro bisognerà lavorare sulla qualità dell’offerta ma anche sulla tutela sociale, che è altrettanto importante. Bisognerà anche alleggerire la burocrazia, ridurre la presenza sul territorio puntando su servizi di qualità e sull’attenzione al giocatore. Sarà importante – ha concluso Calvi – allineare le norme regionali e comunali sul gioco a quelle nazionali e inasprire i controlli sulla rete parallela. Finora abbiamo perso troppo tempo: dobbiamo lavorare insieme per lo sviluppo della rete unica nel prossimo decennio».
Al momento, ha sottolineato il presidente di Snai Giorgio Sandi: «C’è disparità anche all’interno del mercato: chi offre prodotti in esclusiva, come gratta e vinci e scommesse, non dovrebbe anche operare con altri prodotti di mercato. Questa situazione mette in condizioni svantaggiose gli altri operatori». Secondo Sandi, gli operatori autorizzati «hanno competenze eccellenti, ma sono limitati dai problemi che via via incontrano in un mercato difficile. Bisogna puntare ad essere forti come operatori e come aziende perché esistono tante possibilità di lavoro, di indotto, e opportunità anche per i giovani che oggi progettano software per le aziende internazionali.
Non bisogna, dunque, solo disciplinare, ma anche sviluppare le indubbie e ampie capacità progettuali. Se lo Stato _ ha concluso Sandi _ avrà voglia di riconoscerci come suo braccio e non come controparte daremo una grande mano a contrastare l’illegalità».
Il Governo ha «lavorato sodo sul decreto giochi della delega fiscale, e siamo praticamente pronti: credo che in un paio di settimane sarà presentato al Consiglio dei Ministri, insieme agli altri decreti», ha chiarito il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, che ha sottolineato l’esigenza di «trovare un punto di equilibrio tra la tutela della salute pubblica, la lotta all’illegale, che si combatte rafforzando il settore legale, e il mercato». Per quanto riguarda gli apparecchi da gioco, questi «sono distribuiti in maniera irrazionale sul territorio: dobbiamo mettere ordine per salvare il mercato, per questo stiamo lavorando a un testo unico. Rispetto a quanto previsto dal decreto Balduzzi sui cosiddetti luoghi sensibili, è chiaro che il tema delle distanze minime deve essere riaffrontato non pensando solo a bar e tabacchi, ma guardando a tutta la distribuzione territoriale che deve diventare controllata ed equilibrata». Un risultato che però «si ottiene con il dialogo: dobbiamo decidere insieme la strada da percorrere, perché se il Governo è disposto a dialogare e la risposta è un ricorso al Tar, non andiamo da nessuna parte». lp/AGIMEG