“C’è una schizofrenia su questo settore da parte della politica locale. Per un primo periodo abbiamo pensato “tolto l’apparecchio tolta la patologia”, ma non è così: e ce ne siamo accorti, nel giro di due anni, nella provincia di Bolzano, una delle più proibizioniste, con il gioco relegato al 5%. Si va a esclusivamente a colpire il legale: si chiudono le sale e arriva la criminalità e si installano i totem ai quali accede chiunque, dalla nonna al minorenne. Non si ha un minimo di gettito erariale, viene gestito dalla malavita, e si dà accesso a chiunque. Dunque ci siamo resi conto che non era la strada giusta, ma la più facile”. – E’ quanto ha affermato Luigi Nevola, presidente dell’associazione La Sentinella, in occasione di un Convegno in corso di svolgimento a Roma. “Dobbiamo arrivare sempre a curare? Perché non facciamo una campagna di prevenzione? La cultura del gioco – aggiunge – è fondamentale. La politica deve creare prevenzione e formazione. Il gioco non va nascosto: bisogna insegnare alle persone a giocare. In questo anno siamo contenti della riforma, ma non è perfetta. C’è tanto del nostro lavoro, il sottosegretario ci ha ascoltato. I tre punti sui quali ci battiamo sono: contingentamento delle awp ridotto a 3-4 presenze, accesso alle sale con una tessera del giocatore e le restrizioni orarie e distanziometri. Questi ultimi non servono a nulla: non aiuta nel campo campo della patologia. E soprattutto non ci può essere frammentazione sul territorio. Questi sono i punti per cui ci battiamo nel testo della riforma”, ha concluso. lp/AGIMEG