Giochi, interventi sul settore a livello comunitario: come sono stati affrontati da Antonio Tajani, candidato premier per il centrodestra

Berlusconi schiera Antonio Tajani come candidato Premier, l’attuale Presidente del Parlamento Europeo non è estraneo al mondo dei giochi, anzi quando ricopriva l’incarico di Commissario Europeo per le politiche industriali in diverse occasioni prese posizione sulla regolamentazione del settore. E finora ha mostrato un approccio laico sul settore: riconobbe ad esempio il gioco può avere un ruolo fondamentale per promuovere il turismo in un Paese. “Il gioco deve essere offerto in modo sano e deve garantire la tutela dei minori e dei consumatori più in generale” disse quindi, ma sottolineò anche che “allo stato attuale l’offerta di gioco è già proposta in modo opportuno”.
Erano gli anni in cui l’UE – con il Libro Verde sul gioco online – stava valutando la possibilità di adottare una regolamentazione comune, o quantomeno degli standard uniformi, che valessero in tutto il Mercato Unico. E Tajani – rispondendo a diverse interrogazioni sul gioco – si dedicò sopratutto a definire il perimetro dei poteri degli Stati Membri da una parte, e delle istituzioni comunitarie dall’altra. In questo ruolo, ebbe anche modo di affrontare alcune questioni legate alla regolamentazione italiana: nel 2010 ad esempio rispose a un’interrogazione sul regolamento del poker cash, chiarendo che la Commissione “non ha reagito” – e in sostanza non aveva sollevato alcun dubbio – ai regolamenti che avevano inviato i Monopoli di Stato. Chiarì allo stesso tempo che lo stand still “non può essere considerato ‘un’autorizzazione’ o ‘un’approvazione’ della legislazione degli Stati membri”. Ma “Costituisce un modo per evitare, attraverso l’esame del progetto di legislazione degli Stati membri, la creazione di nuove barriere tecniche al commercio nell’ambito del mercato interno”. I giochi di sorte, spiegava ancora, “rientrano nelle disposizioni sulla libertà di stabilimento e sulla libertà di fornire servizi”, un settore non armonizzato a livello comunitario, e di conseguenza “la legislazione degli Stati membri è perciò analizzata alla luce del trattato e della giurisprudenza della Corte di giustizia dell’UE”.
Nel 2012 – in questo caso rispondendo a un’interrogazione sulla normativa portoghese – precisò che “La Commissione in quanto custode dei Trattati, ha il potere discrezionale di avviare procedimenti di infrazione”. Anche in questo caso si riferiva alla violazione dell’obbligo – per gli Stati Membri – di notificare le regole tecniche alla Commissione. “Questo potere discrezionale verrà utilizzato tenendo conto di tutte le circostanze del caso compresa la giurisprudenza della Corte di Giustizia sul gioco d’azzardo”.
Tajani ha anche fatto parte della Commissione d’inchiesta del Parlamento UE in materia di riciclaggio di denaro, la stessa che a fine 2017 ha espresso una serie di riserve sulle procedure di Malta per il rilascio delle licenze di gioco online: “Potrebbero non essere conformi”, si leggeva nel parere. E si censurava la Commissione Europea per non aver disposto “ulteriori indagini sulla possibile inadempienza di Malta rispetto alla direttiva Antiriciclaggio, nonostante tale situazione sia stata sottoposta alla sua attenzione”. lp/AGIMEG