Presentata alla stampa la mostra “Lotterie, lotto, slot machines. L’azzardo del sorteggio: storia dei giochi di fortuna”, organizzata nella propria sede dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche di Treviso, che aprirà al pubblico venerdì prossimo per rimanere aperta fino al 14 gennaio. “Giocare è una necessità innata e fondamentale del vivere”, ha detto ai giornalisti Gherardo Ortalli, docente emerito dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, e responsabile del settore che la fondazione dedica da 30 anni alla storia del gioco “come del resto dimostra la spontaneità del gioco e il suo ruolo formativo, fin dalla prima infanzia. D’altra parte, il gioco d’azzardo può avere ricadute pesanti quando si pratica fuori controllo. E gli stati sono intervenuti nei modi più diversi per amministrare e controllare le pratiche del gioco di denaro, a cominciare dall’Europa del medioevo per arrivare ai giorni nostri”. Tra le testimonianze più significative esposte a palazzo Bomben, un libro mastro degli allibratori della metà del 1500, quando le scommesse più diffuse erano sull’elezione del nuovo Papa, e anche sul sesso dei nascituri. “I tentativi di divieto sono stati tantissimi, nel corso della storia, e si sono alternati alle concessioni” dice ancora Ortalli “spesso per ragioni di necessità da parte delle autorità. Sicuramente di rilievo l’episodio che ha visto protagonista il generale Giuseppe Garibaldi. Quando era dittatore delle due Sicilie, emanò un editto per proibire il gioco del Lotto, considerato immorale. Non appena fu ripristinato lo Stato, il Lotto tornò lecito, perché non si poteva permettere di rinunciare all’introito che ne derivava”. Per questo, nella mostra trevigiana sono esposti sia un’immagine di Garibaldi che un antico editto toscano che contiene il regolamento della concessione del Lotto. gpm/AGIMEG