dai nostri inviati – “Siamo sicuri che abolire l’anonimato nel gioco non sia una violazione del diritto privato? Me lo chiedo da giurista e penso che un’iniziativa di questo genere non sia nemmeno utile ma sia pericolosa per il futuro del mio Paese e dell’intera Europa”.
Lo ha detto Céline Bloud-Rey, dell’Università di Paris 13, aprendo la sessione dedicata alla Francia al convegno “Gioco e media” in corso all’Università di Salerno.
“Il dibattito che si sta conducendo è concentrato sulla protezione del giocatore con particolare attenzione a quel fenomeno mondiale che è il gioco via Internet. Ma il problema è che una regolamentazione rischia di volere dare un valore morale a questa attività. E questa è una trappola perché interviene sulle libertà individuali. Io ragiono da giurista, ma mi pare che anche il collega Jiulienne Corentin, psciologo, abbia confermato che l’approccio debba essere multidisciplinare e soprattutto considerare l’individuo con i suoi problemi. Se davvero lo Stato vuole proteggere i propri cittadini, mi chiedo perché non intervenga su un problema come quello della depressione”. gpm/AGIMEG