Stop alle slot nei bar, nuove disposizioni in tema di limiti orari e nuovo contingentamento degli apparecchi. Sono alcuni degli obiettivi della proposta di legge del sottosegretario all’Economia e alle Finanze, Massimo Bitonci (Lega), relativa a “Disposizioni per il contrasto della ludopatia e la razionalizzazione dei punti di vendita di gioco pubblico”. Il provvedimento, che mira a evitare “l’eccessivo razionamento e polverizzazione dell’offerta di gioco, innalzare la professionalità degli operatori allo scopo di proteggere le categorie più deboli, contrastare il fenomeno del gioco illegale”, prevede “nuovi criteri per l’installazione” delle slot al fine di “limitarne l’eccessivo proliferare in bar, ristoranti e tutti quegli esercizi commerciali che non fanno del gioco la loro attività principale”. In particolare, “è vietata l’installazione negli esercizi commerciali con attività principale diversa dalla commercializzazione dei prodotti di gioco pubblico che abbiano una superficie inferiore a 20 metri quadrati. L’installazione è inoltre vietata negli stabilimenti balneari, nei circoli privati, nei centri di raccolta scommesse che raccolgono in Italia per conto di operatori esteri – che operano in forza della sentenza cosiddetta Costa Cifone emessa il 16 febbraio 2012 dalla Corte di giustizia dell’Unione europea – e nelle sale pubbliche da gioco dove, in aggiunta, è vietata anche l’installazione delle videolottery”.
Nella proposta di legge Bitonci viene inoltre ridisegnato “il sistema del contingentamento, ovvero il numero massimo di congegni che è consentito installare in rapporto alla superficie dei locali destinata alla vendita o all’attività economica e sociale, nei bar, nei ristoranti e negli alberghi, riducendo il numero massimo di apparecchi installabili rispetto al numero oggi consentito”. I locali destinati all’installazione delle slot negli esercizi commerciali inoltre “devono essere architettonicamente separati dalle aree destinate all’attività principale dell’esercizio e la loro superficie non deve essere prevalente rispetto a quella dedicata all’attività principale”.
Sul tema degli orari, la proposta prevede “nuove disposizioni in materia di orario, al fine di evitare che la possibilità dell’accesso al gioco, a qualsiasi orario del giorno e della notte, possa favorire in maniera indiscriminata la dipendenza, almeno per i dispositivi fisici, tenuto conto dell’ormai dilagante fenomeno del gioco online illegale su cui, invece, è più difficile intervenire”. Si prevede anche “una regolamentazione più stringente riguardo l’ubicazione geografica dei dispositivi, stabilendo norme sulla distanza tra questi ultimi e luoghi sensibili come scuole, ospedali, centri sportivi, parchi pubblichi e centri parrocchiali. Allo stesso modo, è anche prevista una distanza minima dagli sportelli bancari o postali, tale da scoraggiare, quanto più possibile, il prelievo di contante”.
La proposta di legge mira inoltre a devolvere “il 30 per cento delle entrate derivanti dal prelievo erariale unico alle amministrazioni comunali, che oggi sono sempre più chiamate a sostenere l’onere dei controlli negli esercizi commerciali e nelle sale da gioco e a dare il proprio sostegno nella lotta alla ludopatia. Le modalità di attribuzione ai Comuni della quota parte loro spettante sono rimandate ad un successivo decreto del Ministro dell’economia e finanze”. Si limita poi “il ricorso alle carte di debito per il pagamento delle giocate: sempre più spesso, infatti, accade che alcuni giocatori, pur di continuare a giocare, siano disposti a indebitarsi ulteriormente, aggirando, con l’utilizzo della carta di debito, i limiti imposti al prelievo di contanti” e sono infine previste “sanzioni amministrative di natura pecuniaria, nonché la chiusura dell’esercizio, in caso di reiterazione della violazione degli obblighi imposti dalla legge”. lp/AGIMEG