Giochi, Astro (audizione al Comune di Ferrara): “C’è una alternativa alle restrizioni, esiste un “gioco buono” anche per i Territori”

Nella giornata di domani, la delegazione Astro coordinata dal responsabile per le questioni territoriali, il consigliere Lorenzo Verona, incontrerà la Giunta del Comune di Ferrara, città dove ai primi di giugno è stata varata un’ordinanza “oraria” restrittiva dei tempi di esercizio degli apparecchi da gioco lecito (dalle 9 alle 13 e dalle 15,30 alle 21).

“Le politiche “contro” – si legge in una nota della società – hanno sempre un grande impatto mediatico ma raramente provocano quei benefici che ci si attende, e il gioco legale non fa eccezione: ovunque si sia agito “contro” l’apparecchio lecito, la problematica socio-sanitaria del gioco patologico si è aggravata, congiuntamente alla comparsa di congegni non autorizzati che “camuffano” la slot all’interno di postazioni self service per i servizi on line. Le campagne “per”, invece, comportano meno visibilità, suscitano meno clamore, e soprattutto comportano l’accettazione di una “sfida”, perché si espongono alla verifica di esito di un lavoro o di un progetto. In fondo anche l’industria del gioco lecito finirebbe per accettare certe restrizioni, se ciò garantisse la risoluzione del problema: se bastasse, infatti, dimezzare il tempo di vendita dei prodotti e concentrare i punti vendita nelle zone “decentrate” (che normalmente non annoverano “parchi, chiese, scuole, centri di cura ecc. ecc.) per “disinnescare” il conflitto coi territori, e vedersi finalmente riconosciuti dal Paese come “normale” imprenditoria, il guadagno sarebbe già superiore al sacrificio. A pagare lo scotto di questa “finzione” tuttavia sarebbero solo i cittadini, i più fragili soprattutto, che nel “loro bar/tabacchi” sotto casa non troverebbero più (o non lo troverebbero acceso) un congegno lecito e omologato con posta massima da un euro, ma veri e propri collettori di azzardo incontrollato. A pagare sarebbero i cittadini che hanno quotidiano bisogno di una “prevenzione” al gioco patologico che può essere realizzata solo se “esiste” un gioco lecito e accessibile, sempre fruibile in un locale “responsabilizzato e formato” dove l’acquisto del “servizio-gioco” coincide con percezione di messaggi preventivi.
A pagare sarebbe il Territorio: come ci insegna l’esperienza del processo di Bologna “black monkey”, infatti, sono i computer (ovvero i dispositivi coi quali accedere ad internet) ad essere lo strumento privilegiato di lavoro della criminalità organizzata dedita alla coltivazione del “ramo gioco”: essi non richiedono autorizzazione, non sono “verificabili”, e si affermano facilmente nelle aree dove la slot legale è condannata allo spegnimento o all’allontanamento. Per questo motivo Astro ritiene di dover chiedere a tutti i Comuni che intendono varare (o hanno già adottato) una restrizione al gioco legale di dotarsi di una “clausola di salvaguardia”, un progetto “complementare” che consenta di abbinare alla “lotta contro”, un progetto “per”. Il progetto Astro “un gioco buono anche per il Territorio” costituisce la prima realizzazione “sistemica” di questa idea e si concretizza in una sinergia operativa tra Istituzioni e Imprese: le prime dettano obiettivi e procedure, le seconde le mettono in campo”. cdn/AGIMEG