Entro il prossimo mese di luglio, le amministrazioni comunali dell’Emilia Romagna dovranno comunicare i locali che, in base alla legge regionale che vieta sale da gioco ed installazione di apparecchi entro 500 metri dai luoghi sensibili, non rispettano il distanziometro e dovranno quindi essere chiusi. Bologna è in prima linea nella lotta al gioco patologico e il mese scorso la Giunta comunale ha proposto al Consiglio di approvare il “Regolamento per la prevenzione e il contrasto delle patologie e delle problematiche legate al gioco lecito”. In particolare, la delibera è stata proposta dall’assessore alla Sicurezza urbana integrata e al Commercio, Alberto Aitini, ed applica la legge regionale dell’Emilia-Romagna che prevede un distanziometro a 500 metri dai luoghi ritenuti sensibili. Le sale gioco e scommesse hanno tempo sei mesi per delocalizzare la propria attività, mentre gli apparecchi all’interno di locali pubblici potranno funzionare, nei limiti orari stabiliti, fino alla scadenza della concessione. Sul futuro del gioco nel capoluogo emiliano, che potrebbe nei prossimi 3 anni veder sparire completamente le slot da bar ed esercizi commerciali, ecco quanto ha dichiarato ad Agimeg l’assessore Aitini in un’intervista esclusiva.
Assessore, la Giunta comunale ha approvato il Regolamento di contrasto al gioco d’azzardo che sarà proposto al Consiglio comunale: quando si riunirà?
“Stiamo aspettando il parere dei Quartieri che si devono esprimere sulla delibera. Appena si pronunceranno, il provvedimento arriverà in Consiglio Comunale, il quale si esprimerà sulla delibera. Auspichiamo che il procedimento possa essere attuato in tempi brevi”.
Con le distanze di 500 metri da luoghi sensibili non si rischia un effetto espulsivo del gioco dalla città?
“Il centro storico di Bologna ha una conformazione tale per cui qualsiasi attività che abbia al suo interno apparecchi per il gioco fa fatica a rispettare le distanze imposte dalla legge regionale. Tuttavia il nostro obiettivo primario è quello di fare fronte ad una vera e propria piaga sociale, quella del Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) sia attraverso l’attuazione di tutti gli strumenti normativi a disposizione, sia investendo in prevenzione, cura e formazione, soprattutto delle fasce più a rischio”.
A Bologna sono in vigore delle fasce orarie di accensione delle slot, come avviene in altre città italiane?
“Per ora il Comune di Bologna prevede una fascia oraria continuativa di funzionamento delle macchinette che va dalle 9 del mattino all’1 di notte. Ma stiamo già prevedendo, attraverso una modifica all’attuale ordinanza vigente, una riduzione di queste fasce orarie, come già avviene in altre città dell’area metropolitana. L’obiettivo è infatti quello di evitare il fenomeno della transizione da un territorio all’altro del giocatore patologico, che inevitabilmente si sposta per soddisfare il suo vizio”.
Eliminando il gioco nella quasi totalità della città, non temete un ritorno dell’illegalità?
“L’attenzione su questo fenomeno è massima da parte dell’Amministrazione e delle forze impiegate nel controllo del territorio. A mio avviso il problema non è il ritorno alle sale da gioco illegali, quanto piuttosto l’infiltrazione delle organizzazioni criminali nel settore, sia attraverso prestanome sia per loro conto gestendo sale e aziende produttrici di macchinette – le mafie infatti sono in grado di distribuire e installare i propri apparecchi – sia nella loro gestione da parte del gioco online attraverso piattaforme estere. Ricordiamo, inoltre, che a Bologna si è svolto uno dei processi più importanti su questo tema, il processo ‘Black Monkey”.
Come pensa il Comune di aiutare quegli esercenti che, dismettendo gli apparecchi da gioco, perdono gran parte dell’introito della loro attività commerciale?
“Ci confronteremo molto presto con le organizzazioni di categoria, che sono comunque favorevoli a questa delibera per capire come affrontare questo eventuale tema”.
Qual è la vostra posizione sul gioco online?
“Intendiamo intervenire attraverso azioni di sensibilizzazione e formazione, riduzione a livello di governo centrale della pubblicità, sviluppo di una normativa in grado di mettere un freno a questo fenomeno, poiché attualmente sul piano normativo non ci sono strumenti per il contrasto del gioco online illegale”. cr/AGIMEG