Gianassi (Ass. Attività produttive Firenze): “Senza un quadro normativo nazionale sui giochi, i Comuni sono costretti ad intervenire autonomamente”. Il video

“Siamo intervenuti più volte negli ultimi anni sul tema del gioco. Ho iniziato nel 2009 e ricordo già allora fenomeni di difficoltà con l’insediamento di molte attività in periferia. I Comuni se non hanno risposte da un quadro organico complessivo nazionale, si trovano costretti ad intervenire in via d’urgenza per cercare di contrastare la ludopatia. Iniziative che mettono in campo tutti gli attori protagonisti: le Questure, ADM e i concessionari, si potrebbe arrivare a costruire un modello di gioco lecito contrastando la diffusione del gioco illecito e delle patologie connesse. E’ una sfida epocale per le nostre comunità. Dunque, se i Comuni italiani che fronteggiano i problemi reali del paese possono contare su un sistema di coesione dove la sfida culturale ed educativa siano sostenute da tutti hanno più possibilità di gestire una comunità più sana nella quale il gioco si diffonde in modo regolare e pulito”. E’ quanto ha detto ad Agimeg l’Assessore alle Attività produttive del Comune di Firenze, Federico Gianassi, a margine dei Lottomatica Talks che si sono svolti nel capoluogo toscano.

 

“Credo che l’opinione pubblica possa trovare risposte convincenti se le istituzioni che hanno la responsabilità di darle sanno fornirle. Sbagliamo a capovolgere il punto di vista. Non dobbiamo pretendere risposte dall’opinione pubblica, ma dobbiamo darle. In questo senso, la responsabilità è di tutti i soggetti che contribuiscono, con le loro azioni, a costruire un modello sano. Se questo succederà anche la risposta dell’opinione pubblica sarà positiva”.

“E’ un fenomeno totalmente complesso e nessuno può ritenersi immune dal rischio delle dipendenze, non solo nel gioco ma in qualsiasi caso. Sbaglieremmo a pensare che qualcuno sia naturalmente immune e qualcun altro sia più incline alla dipendenza. Dalle analisi fatte sul territorio però possiamo renderci conto che ci sono fasce di popolazione molto vulnerabili. Talvolta, laddove dove si sono radicate attività nelle stesse vie e stessi luoghi si sono creati contesti più complessi. E’ per questo che nei regolamenti dei Comuni si fissano delle distanze minime dai luoghi più sensibili per evitare un eccessivo accentramento. Ma ciò non riguarda solo per il gioco. Dove un modello economico tende a prevalere sugli altri, noi perdiamo la tonalità dell’economia di un territorio. L’eccessiva concentrazione in alcune zone non è mai un dato positivo. Dove, invece, c’è una maggiore diffusione senza accentramento si sviluppano contesti più sani”.

gpm/AGIMEG