“Presso il Ministero della Salute opera l’Osservatorio per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave. Detto organismo svolge funzioni di monitoraggio della dipendenza da gioco d’azzardo, definizione di interventi idonei per contrastare la dipendenza, con riferimento anche all’ambito del gioco d’azzardo online. Tra i compiti essenziali dell’Osservatorio vi è l’aggiornamento delle linee di azione per garantire le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette da disturbo da gioco d’azzardo”.
Così ha risposto alla Camera Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute, all’interpellanza urgente presentata dai deputati del Movimento Cinque Stelle Quartini, Fenu, Sportiello, Di Lauro, Marianna Ricciardi, Francesco Silvestri.
“Per quanto riguarda l’asserita assenza di disposizioni adeguate e coerenti al proseguimento degli obiettivi di tutela dei soggetti vulnerabili nel decreto legislativo recante disposizioni in materia di riordino del settore del gioco, a partire da quelli a distanza, ritengo doveroso segnalare che già nell’elencazione dei principi fondamentali da osservare nell’esercizio del gioco pubblico, contenuti nell’articolo 3, viene espressamente citato, oltre alla tutela dei minori, lo sviluppo del gioco sicuro volto ad assicurare la tutela del giocatore specie se appartenente a fasce deboli, sia dal punto di vista della tutela della salute sia in materia di sicurezza e ordine pubblico rispetto a fenomeni criminali; nonchè la promozione del gioco responsabile volto ad evitare forme anomale delle giocate o suscettibili a generare dipendenza patologica nel giocatore. Detti principi rafforzano l’esigenza di assicurare la tutela del giocatore dal punto di vista della salute ed evitare anomalie suscettibili di generare dipendenza patologica.
Tali principi trovano la loro esplicazione anche in più articoli del decreto legislativo. Ad esempio l’obbligo di adozione e messa a disposizione dei meccanismi di tutela del giocatore da parte dei soggetti titolari di concessione online, come previsto all’articolo 6. L’obiettivo primario di perseguire la piena protezione della salute del giocatore attraverso misure idonee a prevedere ogni modalità di gioco che possa generare disturbi patologici del comportamento o forme di ludopatia, all’articolo 14. L’istituzione della Consulta permanente dei giochi pubblici, che ha lo scopo di monitorare l’andamento delle attività di gioco e gli effetti sulla salute dei giocatori, nonchè proporre al Governo misure idonee allo scopo di contrastare lo sviluppo della ludopatia, come previsto dall’articolo 14. Detta Consulta non sostituisce l’Osservatorio sul gioco ma lo affianca avendo componenti, competenze e funzioni differenti. L’articolo 15 detta ben otto criteri finalizzati alla tutela e alla protezione del giocatore dal gioco patologico a cui dovranno adeguarsi i sistemi di gioco dei concessionari. Si tratta di limitazioni del gioco in termini di tempo, spesa e perdita di denaro. Limitazioni basate sugli importi depositati sul conto di gioco secondo età del giocatore e sui comportamenti di gioco basati nei limiti di settore; messaggi automatici durante il gioco che richiamino l’attenzione del giocatore sul tempo passato nel gioco, su quanto si è speso o il superamento dei limiti preimpostati; informazioni obbligatorie sul gioco problematico e sugli strumenti offerti di prevenzione e supporto; strumenti di autoesclusione dal gioco temporaneo o definitivo; attivazione di canali di contatto e assistenza a disposizione dei giocatori, nonchè formazione obbligatoria degli operatori, monitoraggio dei livelli di rischio associati ai singoli giochi; strumenti idonei per garantire al concessionario maggiore controllo sul grado di partecipazione al gioco dei giocatori più esposti al rischio di gioco patologico.
Lo schema di decreto delegato è stato sottoposto al parere delle Commissioni Quinta e Sesta della Camera e del Senato che, nel rilasciare il loro parere favorevole, hanno formulato alcune osservazioni richiedenti l’inserimento del principio fondamentale della promozione, comunicazione e informazione di messaggi ai soli fini sociali e funzionali alla diffusione del gioco sicuro e responsabile, ai fini della tutela dei giocatori e dei soggetti più vulnerabili, al fine di prevenire e contrastare il gioco patologico, riportanti il logo o il marchio del concessionario che promuove il messaggio. Detta osservazione è stata recepita nel testo deliberato in via definitiva in Consiglio dei Ministri di lunedì 11 marzo. Posso confermare che sia la tutela del giocatore, che la previsione della comunicazione funzionale alla diffusione del gioco sicuro risultano adeguatamente garantite nel Decreto Legislativo”, ha concluso.
Ecco il testo integrale dell’interpellanza:
“I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, il Ministro dell’economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
il Gioco d’azzardo patologico (GAP), viene definito dal sistema scientifico di codificazione come «un comportamento problematico di gioco d’azzardo persistente o ricorrente che porta a disagio o compromissione clinicamente significativi» e la sua prevalenza (ovvero la sua diffusione nella popolazione) varia dallo 0,4 per cento al 3,4 per cento negli adulti e i tassi di prevalenza più elevati, dal 2,8 per cento all’8 per cento si raggiungono negli adolescenti e negli studenti universitari;
nella popolazione più giovane la diffusione è legata ai nuovi prodotti di gioco/scommessa: l’ultima offensiva commerciale in tema di gioco d’azzardo riguarda le applicazioni per smartphone e tablet e ha nel mirino i bambini; sono tante, hanno diversi nomi accattivanti: Slot Jungle, Candy slot, Dino slot, Sweet bingo, Amore cuore, Bingo Pegasus, i Lupi, e ricorrono ad una grafica sbarazzina e accattivante dove fanno capolino cuccioli di leone, luna park, caramelle e lecca-lecca;
il comparto del gioco online ha conosciuto nel nostro Paese, come nel resto del mondo, una crescita vertiginosa negli ultimi 10 anni, basti pensare che prima della pandemia da Covid-19, quindi nel 2019, aveva già raggiunto un volume di transazioni pari a 34 miliardi di euro. Ma se osserviamo tutto il periodo compreso tra l’anno 2012 e l’anno 2022, il volume si è incrementato del 423 per cento;
le Commissioni competenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica hanno concluso l’esame dell’Atto del Governo n. 116, recante lo «Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza»;
il predetto provvedimento, a giudizio degli interpellati, non reca disposizioni coerenti e adeguate al perseguimento degli obiettivi di tutela dei soggetti vulnerabili e alla prevenzione dei fenomeni di disturbi da gioco poiché introduce una serie di misure che, di fatto, accrescono il potere ed il profitto per i concessionari privati, inibendo i sistemi di controllo sulla crescita del mercato, sui rischi e sui fenomeni negativi sul piano sanitario, sociale, pedagogico;
i pericoli insiti nel gioco d’azzardo vengono minimizzati anche da scelte terminologiche errate e fuorvianti volte a normalizzare l’azzardo (vietato ai minori e individuato chiaramente nell’ordinamento italiano come fattore di rischio per l’ordine pubblico, la salute, il benessere psicologico) e lo assimila ai giochi veri e propri che sono invece indispensabili per la crescita dei più giovani;
la conseguenza attesa sarà sul piano culturale un abbassamento della percezione del rischio e sul piano del mercato un aumento di esposizione al rischio e al disturbo da gioco d’azzardo, a maggior danno della popolazione più fragile;
alla luce di ciò è doveroso chiedersi se sia lecito, a fronte di un aumento di rischi e impatti sulla popolazione, incrementare il profitto puro per i concessionari privati, scaricando i costi, anche sociali e sanitari, sul sistema pubblico, nonché quelli culturali e pedagogici sulle famiglie e sul sistema Paese;
il gioco d’azzardo, soprattutto quello «on-line», accessibile dovunque da smartphone, e pagabile utilizzando sistemi virtuali di carte di credito, più facilmente comporta la perdita da parte del fruitore della percezione delle somme spese, è già difficilmente controllabile; è in rapida ascesa tra i giovanissimi che, ancora minorenni passano i labili filtri identificativi in vigore;
la direzione intrapresa finisce per aumentare il vantaggio di potere delle concessionarie private privando le istituzioni, soggetti pagatori, di importanti possibilità di controllo: i profitti da «good company» per i privati aumenteranno, mentre i costi economici e sociali, spesso inestimabili, verranno fatti pagare alla collettività, al pari di una «bad company», il che rappresenta, al di là di ogni considerazione di tipo etico, un peso patrimoniale per l’erario;
in nessun caso l’ipotesi della reintroduzione di un sistema di promozione pubblicitaria del gioco d’azzardo può essere «coerente con l’esigenza di tutela dei soggetti più vulnerabili», ma, anzi, costituisce una violazione dei doveri di tutela della popolazione e dei suoi diritti da parte delle istituzioni;
urge ricordare come l‘Istituto superiore di sanità già nel 2018 abbia dimostrato che l’80 per cento circa dei ricavi erariali e dei margini di profitto privati provenissero da 5,1 milioni di consumatori abitudinari, di cui oltre un milione e mezzo giocatori d’azzardo patologici;
sul piano politico, istituzionale e costituzionale, sarebbe gravissimo smantellare le possibilità di controllo ed intervento da parte di comuni e regioni nella stesura di leggi e delibere a tutela dei cittadini: questo, nonostante regioni e comuni siano i soggetti più vicini alle manifestazioni territoriali del fenomeno, e per primi toccati dai danni che questo causa;
in questo contesto appare altresì agli interpellanti una scelta scellerata quella di smantellare di fatto un organo di monitoraggio e consultazione come l’Osservatorio sull’azzardo costituito presso il Ministero della salute, tanto quanto sostituirlo con una «Consulta permanente dei giochi pubblici ammessi in Italia» nella quale compaiono soggetti privati in palese conflitto d’interesse, caso unico nel panorama di organi analoghi;
a completare il quadro, e a renderne palesi gli intenti, si aggiunge l’avocazione di ciò che resta della funzione pubblica di «tutela della salute del giocatore» da parte del Ministero dell’economia e delle finanze: una distorsione disfunzionale, considerato che l’impatto ed i costi di quanto disposto ricadranno poi comunque sul Servizio sanitario nazionale –:
quali iniziative di competenza i Ministri interpellati intendano intraprendere per assicurare, attraverso successivi provvedimenti, l’adempimento da parte dello Stato del dovere, costituzionalmente protetto, di tutela della salute, salvaguardando le competenze specifiche del Ministero della salute, il ruolo indipendente dell’Osservatorio sull’azzardo nonché le funzioni dei comuni e delle regioni, rafforzando altresì il divieto di promozione pubblicitaria del gioco d’azzardo e contrastando l’impoverimento sociale ed economico della popolazione.
cdn/AGIMEG