Fondazione Lottomatica: un report per contrastare la denatalità in Italia

E’ stato pubblicato il report dal titolo “Famiglia, Asili, Servizi e Tempi. L’agenda FAST per contrastare la detanalità in Italia“, condotto da Percorsi di secondo welfare per Fondazione Lottomatica.

Il rapporto è stato curato da Maurizio Ferrera, professore ordinario di Scienza politica presso l’Università degli Studi di Milano, Franca Maino, professoressa associata presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università degli Studi di Milano e Celestina Valeria De Tommaso, dottoranda in Studi Politici presso il NASP Graduate School dell’Università degli Studi di Milano.

Il rapporto sottolinea come, grazie ai progressi della medicina e della prevenzione, nonché a condizioni di vita più sane e sicure, tutti i Paesi OCSE siano oggi caratterizzati da maggiore longevità. L’aumento della popolazione anziana è però anche un fenomeno “relativo”, in quanto si accompagna a una diminuzione di quella più giovane, dovuto al calo prolungato e costante della natalità nel corso del tempo. Questa seconda tendenza ha dato il via a una vera e propria “transizione demografica”: le nascite non controbilanciano i decessi, la popolazione totale si contrae.

Per evitare la catastrofe demografico-economica non c’è dunque alternativa: secondo quanto sottolineato da Fondazione Lottomatica e Percorsi di secondo welfare, le famiglie italiane devono essere messe nelle condizioni di procreare di più.

Ciò che rende la transizione demografica un fenomeno particolarmente problematico è che, quando le nuove nascite non controbilanciano i decessi, la composizione interna della popolazione subisce una marcata distorsione, aumentano i cosiddetti tassi di dipendenza (il numero di persone non attive rispetto a quelle attive) e si creano problemi crescenti di sostenibilità finanziaria per il welfare state.

Secondo i demografi, i Paesi OCSE sono entrati in quello che viene chiamato “inverno demografico”, ossia la fase in cui il rallentamento dei tassi di fertilità che ha innescato la transizione sembra aver raggiunto il proprio plateau negativo e l’ondata di “degiovanimento” fa chiaramente sentire i propri effetti anche nelle fasce di età attive. In questo generale contesto, l’Italia si trova in condizioni di particolare criticità.

In particolare, emerge dal rapporto, da noi il degiovanimento è particolarmente intenso in termini numerici (sempre meno giovani) e si accompagna alla debole presenza dei giovani nella società e alla loro bassa partecipazione al mercato del lavoro. Il tasso di dipendenza degli anziani dagli occupati ha raggiunto il valore di 0,4. Grosso modo, ciascun occupato finanzia con il proprio reddito l’insieme dei trasferimenti e dei servizi di 0,4 anziani: si sobbarca, cioè, il 40% circa delle spese. Ci sono altri elementi da considerare (ad esempio i trasferimenti intergenerazionali, le imposte comunque versate dagli ultrasessantacinquenni e così via). Tuttavia, 40% è un valore elevato sul piano comparativo, quasi doppio rispetto ai soliti inarrivabili Stati nordici. E il tasso di dipendenza italiano potrebbe raggiungere il 100% già nel 2050: un occupato, un pensionato.

Il degiovanimento produce peraltro anche una significativa contrazione di donne in età fertile, quelle su cui contare per il ricambio generazionale. L’indicazione è allarmante perché significa che, a parità di condizioni, nasceranno in futuro ancora meno bambini: vi saranno infatti sempre meno madri potenziali. Per usare il linguaggio dei demografi: la transizione italiana è entrata in una fase di «avvitamento», come una spirale. Si stanno infatti erodendo le basi demografiche per il funzionamento dell’economia (calo della popolazione in età da lavoro) e per la riproduzione biologica e sociale (calo delle donne in età fertile). Più che di inverno demografico, per l’Italia sembra appropriato parlare di vera e propria era glaciale.

“La lentezza delle riforme e l’ancora bassa consapevolezza delle sfide – ha scritto a tal proposito Maurizio Ferrera sul Corriere della Sera – suggerisce oggi di integrare l’agenda Fast con un ulteriore ingrediente, che riguarda la governance. L’Olanda ha istituito nel 2022 un Comitato permanente sul mutamento demografico, che è stato indicato come benchmark dalla Ue. La Fondazione per la Natalità ha proposto la creazione di una Agenzia, sulla falsariga di quella giapponese. L’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sulle tendenze demografiche nazionali e sui loro effetti economici e sociali (già all’esame del Senato) potrebbe essere il primo passo in questa direzione. L’importante è fare presto”.

Qui il report completo: Famiglia-asili-servizi-tempi-def