La Polizia di Stato di Foggia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di cinque soggetti, uno agli arresti domiciliari e 4 in carcere, già noti alle forze dell’ordine, emessa sulla base di gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di estorsione, tentata estorsione, furto, detenzione e porto di pistola, tutti aggravati dal metodo mafioso.
I capi accusatori sottoposti dalla Procura al GIP riguardano due episodi estorsivi, uno tentato e uno consumato, e un assalto ad uno sportello automatico di una banca.
La vicenda ha avuto origine in Stornara a seguito di una serie di gravi atti intimidatori perpetrati ai danni di un imprenditore locale a cui è stata richiesta una somma di denaro, a titolo estorsivo, accompagnata dall’invito a prendere contatti con “gli amici” di Stornara. Nel corso della telefonata, con cui è stata perpetrata la richiesta estorsiva, sono stati esplosi dei colpi d’arma da fuoco, percepiti dalla vittima, così accrescendo la valenza intimidatoria della minaccia espressa. Per vincere le resistenze dell’imprenditore e costringerlo a pagare, gli indagati avrebbero posto in essere ulteriori e più gravi atti intimidatori.
Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Foggia, hanno fin da subito orientato i sospetti verso un noto clan locale, già in passato oggetto di condanne per reati quali estorsione ed usura, aggravati dal metodo mafioso. Il monitoraggio di alcuni appartenenti al clan, nonché di alcuni soggetti vicini, ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza anche per una estorsione, questa volta consumata, ai danni di un agente di commercio. Lo stesso, secondo la ricostruzione accusatoria, dopo aver installato delle slot machines in un bar di Stornara, è stato avvicinato da un emissario del clan che lo avrebbe costretto a versare una somma di denaro per poter mantenere gli apparecchi da gioco.
Sono emersi, inoltre, gravi indizi del coinvolgimento del gruppo criminale in un assalto allo sportello automatico della filiale di Casalvecchio di Puglia(FG) della Banca Popolare di Bari. cdn/AGIMEG