“L’associazione CIGO, concessionari italiani giochi online, è stata costituita d’urgenza il 6 febbraio dalle piccole e medie imprese italiane del settore, al fine di rappresentare tutta la preoccupazione degli operatori in merito alla proposta di riordino che rischia di compromettere l’esistenza stessa di gran parte degli attuali concessionari. Riguardo i principi generali italiani ed europei, CIGO li condivide a pieno, ma alcune scelte risultano inefficaci o inidonee alla soddisfazione degli obiettivi prefissi. Ci si riferisce alle scelte economico finanziarie sottese allo schema di gioco del riordino: la previsione dell’elevata una tantum e la limitazione dell’operatività dei PVR, l’adozione di norme escludenti di modelli di business già presenti e legittimi come le skin. Il tutto con la fioritura di indesiderabili effetti sul mercato. Le maggiori criticità riguardano: l’elevatissima tassa di ingresso economico prevista nella nuova gara, la cosiddetta una tantum; la disciplina restrittiva in materia di commercializzazione delle skin, la disciplina prevista per i Punti Vendita Ricarica. L’importo della cosiddetta una tantum è fissato in 7 milioni. E’ opportuno precisare che sono appena 75 i concessionari effettivamente operanti. Appare evidente che soltanto i primi 25/30 potrebbero sostenere l’onere economico in rapporto della propria dimensione aziendale. Gli obiettivi di finanza pubblica non appaiono quindi raggiungibili. Si tratta di una pratica anticoncorrenziale, a vantaggio di pochi a discapito di altri. La drastica riduzione degli operatori indurrebbe una contrazione ingiustificata ledendo anche l’interesse dello Stato. La contrazione di mercato stimolerebbe il proliferare di gioco illegale. Consta poi la palese violazione del principio di discriminazione. L’una tantum non terrebbe conto delle possibilità economico patrimoniali”.
E’ quanto dichiarato da CIGO, associazione concessionari italiani giochi online, durante l’audizione alla Commissione Finanze del Senato sul riordino del settore dei giochi online.
“Poi la disciplina restrittiva in maniera di commercializzazione attraverso le skin. La pratica concorrenziale e lecita delle skin viene azzerata dallo schema di riordino. Le skin sono state utili nello schema di legalizzazione del flusso di gioco. L’incremento della percentuale di gioco con effetti benefici anche sul gettito erariale è confermata nella relazione illustrativa. Il legislatore piuttosto che regolamentare la pratica, sceglie di strozzare la voce delle skin escludendo un mercato che verrà restituito ad aree di illegalità. Tale disposizione ostacola inoltre processi aggregativi di piccole e medie imprese”, ha aggiunto.
“Poi la disciplina prevista per i PVR. E’ condivisibile la parte della norma che mira a disciplinare il canale di commercializzazione dei PVR. Al contrario le limitazioni dell’operatività concreta renderebbero il canale privo di qualsiasi valenza commerciale. Si nutrono dubbi poi sulla forte contrazione dei PVR e sull’interferenza alla normative locali in tema di gioco fisico. L’associazione CIGO auspica che possano essere ricercate soluzione che consentano agli operatori di continuare a svolgere proficuamente un servizio pubblico nel rispetto della norma. Si chiede l’apertura di un tavolo di confronto tecnico tra tutti i soggetti interessati con l’obiettivo di trovare soluzione condivise che contemplino esigenze pubbliche in termini di gettito e regolamentazione e private in termine di sostenibilità economica e mercato”, ha concluso. cdn/AGIMEG