Enada Primavera, Cardia (Acadi): “Per il settore del gioco stato d’emergenza continua perché sono in arrivo le scadenze per il rinnovo delle concessioni”. IL VIDEO

“L’elemento temporale credo che sia la quarta dimensione che caratterizza la nostra vita. Nel 2021 di questi giorni era il Green pass, ed è stata la patente che ha consentito agli utenti di entrare nei locali. Avevamo paura di una nuova chiusura, ma i vaccini hanno dato una grande mano. Dopo tante lotte a luglio si è stabilizzata la situazione. Ci eravamo detti che una volta riaperti ci saremmo ritrovati addosso il gorilla fatto dai problemi che ci portiamo da oltre 10 anni poiché dal 2011 sono partite le leggi regionali. Per oltre 10 lunghi anni abbiamo condiviso i temi oggettivamente che prescindono da visioni e natura commerciale. Quali sono questi temi? La questione territoriale e l’eccessiva tassazione che riduce i margini del comparto”. È quanto ha detto il presidente di Acadi, Geronimo Cardia, ad un convegno ad Enada primavera.

“Oggi è la fine dello stato d’emergenza nazionale, ma per noi invece ricomincia. Il 30 giugno scadono le concessioni del comparto degli apparecchi. Siamo vicinissimi a questa data. Poi, a dicembre scadono le concessioni delle scommesse. Tutti gli operatori sono in uno stato d’emergenza condiviso. Quale prospettiva imprenditoriale può esserci per gli investimenti da fare? I nostri revisori, quando analizzano i bilanci, nelle loro relazioni si saranno posti sicuramente la questione della continuità aziendale. Tutto questo è frutto di un ordinamento giuridico inadeguato. Il nostro è un comparto dalle caratteristiche incredibilmente rilevanti sotto molti aspetti. Se anche il 30 giugno dovesse esserci una proroga tecnica subita dagli operatori, ad agosto entra in vigore la legge regionale del Lazio che espellerebbe l’offerta di gioco pubblico, poiché nel comune di Roma il 99,6% del territorio sarebbe inibito. Su tutti questi temi le associazioni sono compatte e insieme cercano di spiegare alla politica le nostre ragioni. Su 21 territori, più della metà hanno sterilizzato la norma e quindi guardando indietro c’è stato un grande lavoro, come quello che è successo in Piemonte. Con tutte le difficoltà che abbiamo superato fini ad oggi non c’è motivo di ritenere che non supereremo anche questa”, ha aggiunto.

ac/AGIMEG