Divieto pubblicità giochi, Lindahl (LeoVegas) ad Agimeg: “Reclamo alla Commissione UE un segnale forte al Governo italiano. Si rischia di riportare il mercato nell’illegalità e mandare a casa 100 mila persone”

“Con il reclamo presentato alla Commissione Europea contro il Decreto Dignità, vogliamo dare un segnale forte al Governo italiano. Come LeoVegas riconosciamo il problema della ludopatia, vogliamo combatterlo, vogliamo creare con il Governo un piano efficace, mentre le misure contro il gioco nel Decreto Dignità avranno l’effetto contrario, si riporterà il mercato all’illegalità e si manderanno a casa 100 mila persone che operano nel settore”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Niklas Lindahl, Managing Director Italy di LeoVegas, commentando la decisione del Gruppo di presentare ufficialmente un reclamo alla Commissione Europea contro il Decreto Dignità, che “viola la legislazione dell’Unione Europea. In particolar modo è stato adottato in violazione dell’obbligo di notifica, ma viola anche gli articoli 54 e 56 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) relativamente alla libera circolazione di beni e servizi all’interno dell’Unione Europea”. “Abbiamo più volte invitato Di Maio a sedersi a un tavolo con noi e con gli altri operatori, ma non hanno mai voluto parlare. Posso capire che si voglia combattere la ludopatia – ha detto ancora Lindahl –  ma il metodo è sbagliato e avrà l’effetto contrario: aprirà il mercato agli operatori illegali dell’online, riportando il settore a 10 anni fa. Già in questi giorni, dopo lo stop su Google ai messaggi degli operatori legali, appaiono pubblicità di operatori illegali. Inoltre troviamo che il Decreto Dignità manchi di rispetto a 100 mila persone che lavorano seriamente nel settore. Tra l’altro anche l’Unione Europea dice che la pubblicità deve essere moderata, in quanto aiuta ad attirare i consumatori su prodotti legali”. Dopo le parole, dunque, LeoVegas è passata ai fatti: “Non potevamo rimanere passivi in questa situazione, appellandoci alla Commissione UE abbiamo voluto dare un segnale forte. Siamo molto fiduciosi nel diritto della Comunità europea”, ha concluso Lindahl. cr/AGIMEG