Distante (pres. Sapar): “Come partner dello Stato dobbiamo essere tutelati anche perché siamo in prima linea nel contrasto al gioco illegale”

“La nostra associazione si occupa da 60 anni degli apparecchi da intrattenimento. Siamo fisicamente sul territorio, curiamo l’assistenza e gli incassi da versare poi allo Stato. I soggetti principali del settore oggi sono il governo, ADM, i concessionari e i gestori. Non va dimenticato che il settore è regolato ancora da un decreto regio decreto del 1931, quindi è logico che sia necessaria una nuova regolamentazione, come affermato dal sottosegretario Freni. Negli ultimi 10 anni hanno legiferato più organi dello Stato e questo ha comportato una frammentazione regolatoria imprecisa e dannosa, con limiti orari e distanze diverse da territorio a territorio. Mi chiedo quale imprenditore possa investire in un settore in cui non vi è certezza del diritto poiché ogni ente locale può legiferare a proprio piacere. Parliamo di gioco pubblico di Stato, quindi non deve esserci un cortocircuito che colpisce degli operatori al servizio dello Stato. Quando le forze dell’ordine sequestrano gli apparecchi illegali, gli imprenditori onesti sono felici perché partner dello Stato e perché siamo noi i primi a denunciare l’illegalità”. E’ quanto ha dichiarato Domenico Distante, presidente Sapar durante il seminario “I monopoli di Stato: il gioco pubblico”.

“Il sottosegretario Freni ha più volte dichiarato che c’è bisogno di una Legge delega nuova e io non posso che sperare che arrivi a breve perché non possiamo accettare questa incertezza normativa e conseguente disomogeneità territoriale. E’ logico che serva una Legge delega chiara per tutta la filiera del gioco pubblico di Stato poiché è assurdo avere una legge di oltre 90 anni fa. Inoltre, le regole devono essere rispettose verso tutti per poter continuare a garantire l’attività. Le piccole e medie imprese, inoltre, hanno un grande problema con le banche perché chiudono i conti correnti e non permettono di aprirne di nuovi a chi ha la “colpa” di occuparsi del gioco. Questo capita anche ai dipendenti delle attività di gioco a cui non sono concessi semplici prestiti per acquistare una macchina solo perché lavoratori di questo particolare comparto. Tutto ciò è assurdo anche perché noi abbiamo tutto tracciato come prevede la normativa antiriciclaggio. Siamo tra i settori più controllati. Un esercente che permette l’istallazione di un apparecchio illegale non deve più ottenere la licenza di pubblica sicurezza, non basta solo una sanzione. Noi siamo per interventi duri per chi non rispetta le regole, poiché siamo dalla parte della legalità. Ci tengo anche a sottolineare come i distanziometri ed i limiti orari di gioco non hanno senso se pensiamo che si può giocare tranquillamente dai propri smartphone”. ac/AGIMEG