Esiste la possibilità di ricorrere al Tar contro l’ultimo DPCM, anche in una fase emergenziale come quella attuale. “L’azione della PA non può essere caratterizzata dalla discrezionalità più assoluta”, spiega il politico e avvocato Roberto Cota. “Esistono parametri e principi da rispettare. E interessi in gioco da bilanciare”, – aggiunge Cota -. “Invece nell’ultimo DPCM ci sono delle incongruenze evidenti, come la chiusura alle 18 per i Ristoranti e la chiusura di palestre e sale giochi. Tutte queste attività risultavano già soggette a rigidi protocolli e linee guida. Ma, in particolare per quanto riguarda le sale giochi, la scelta di chiusura è ideologica, un pretesto, per chiudere un’attività impopolare”, afferma Cota. “L’unico modo per ottenere giustizia è quello di rivolgersi ai giudici amministrativi e il vizio dell’eccesso di potere, causa di annullamento degli atti, sembra proprio essere quello che affligge il DPCM”, conclude. cdn/AGIMEG