“Ci aspettavamo questo parere da parte del Consiglio di Stato sul bando di gara per le scommesse e il bingo. Anzi, ci saremmo sorpresi nel vedere un giudice far finta di niente di fronte ad un tale vuoto legislativo. Per come era la situazione, era impossibile partecipare al bando”. Salvatore Barbieri, presidente di Ascob (Associazione Concessionari Bingo), commenta così ad Agimeg lo stop del Consiglio di Stato ai bandi di gara per le scommesse e il bingo. “Sarebbero arrivati una serie infinita di ricorsi – prosegue -. La concessione ha senso solo se è una concessione nazionale. Se l’imprenditore che investe 300mila euro non ha la possibilità di capire come, dove e per quante ore al giorno potrà aprire il proprio negozio, come è possibile investire? Non ci sono le condizioni neanche per il breve periodo, figuriamoci per una concessione che vale anni. Lo Stato, di fatto, ha perso la facoltà di fare legge in materia e ha lasciato a Regioni e comuni la possibilità di inserire un’infinità di restrizioni nella normativa. Cosa sta vendendo allora lo Stato? Come è possibile per un imprenditore poter lavorare solo per 8 ore al giorno, se nel comune vicino una sala può aprire per 20 ore”. Troppi punti interrogativi: questo è evidente. “Alcol e tabacco – prosegue Barbieri – causano danni certi, ma non mi pare che le sale sono colpite con gli stessi interventi. Direi quindi che non sono sorpreso del parere del Consiglio di Stato. Un giudice deve stare attento a come viene applicate la norma, ma è la politica che deve scrivere la legge. Se un prodotto non va, se non ci sono le condizioni, basta proibire il gioco pubblico. Ma non si può fare campagna elettorale colpendo il gioco, non fare nulla di concreto per la prevenzione del cittadino e limitarsi alla repressione”.