Sono già una ventina, secondo quanto appreso da Agimeg da fonti istituzionali, le convocazioni inviate dai Monopoli di Stato ad altrettanti operatori per la stipula delle nuove concessioni per il gioco online. I primi appuntamenti sono stati fissati per il 2 ottobre prossimo ed i Monopoli di Stato contano di chiudere l’operazione per fine mese. La situazione che si va delineando potrebbe aprire dei nuovi scenari. Per i vecchi operatori l’attività proseguirà senza scossoni. Per i nuovi concessionari, l’iter burocratico e tecnologico da rispettare dopo la sottoscrizione del disciplinare per attivare la concessione, richiederà del tempo che potrebbe voler dire, nel caso migliore, fine 2019 ma più realisticamente la prima parte del 2020. E proprio nella parte “nuova” dei concessionari che si stanno muovendo alcune pedine dello scacchiere. Da una parte ci sono le società di gestione che sono state escluse inizialmente dal bando e che il Tar del Lazio, a fine agosto, ha dichiarato invece che vadano considerate degli operatori di gioco e quindi con questo requisito avrebbero potuto partecipare alla gara. Si può escludere l’ipotesi di una riapertura della gara (erano 120 le concessioni disponibili e quindi ce ne sarebbero ancora una cinquantina libere) come confermerebbe l’accelerazione di queste settimane per la stipula. Chi non ha potuto partecipare ha come possibilità solo quella dell’acquisto di una concessione tra quelle in via di assegnazione. E qui ci potrebbero essere delle buone possibilità perché, sempre come appreso da Agimeg, ci sarebbero diversi operatori che completeranno comunque l’iter per la nuova concessione, per poi decidere se attivare la stessa o procedere con la vendita. Questo fatto dipenderebbe dalle politiche restrittive e penalizzanti del Governo in tema di gioco e dal Decreto Dignità, (entrato in vigore solamente dopo la chiusura dei termini di partecipazione al bando) che ha destabilizzato le nuove società che non avendo reti commerciali ne tanto meno brand consolidati nel settore del Gaming, non potrebbero pubblicizzare il prodotto. Insomma lo scenario del gioco online in Italia è ancora tutto da definire. es/AGIMEG