Banche, Zacchi (Bper): “Maggiore attività di controllo nei confronti delle società di gioco”. Gotti (Ubi): “Serve sensibilità verso i clienti-giocatori”

Come si pongono le banche nei confronti delle società che operano nel settore del gioco? E’ questo il punto centrale del protocollo d’intesa per il contrasto al gioco d’azzardo patologico siglato da Ats Bergamo e UBI Banca, Credito Cooperativo Oglio e Serio, Banca Etica, BPER Banca e Unipol. Un accordo che dà seguito alla Legge Regionale Lombardia del 2013 di prevenzione e contrasto al Gap e che vedrà gli istituti di credito impegnati ad attivare iniziative che favoriscano conoscenza e confronto tra operatori bancari e operatori del sistema sociosanitario.
Per Luca Gotti, responsabile macro-area territorio Bergamo e Lombardia Ovest di UBI BANCA, intervistato da Agimeg a margine del convegno di presentazione del protocollo contro il gioco d’azzardo presentato, “non esiste una policy specifica con un indirizzo di divieto, ma siamo molto attenti nella valutazione delle relazioni in termini di rapporti fiduciari e di servizio. Le società vengono scandagliate dal punto di vista del merito, anche se non esistono ad oggi normative specifiche di scelta della banca. Concediamo credito ad attività che siano innanzitutto legali, ovvero che abbiano tutti i requisiti e le autorizzazioni, e la discriminante è che il tutto sia accessorio a una attività principale. Ovvero che non siano solo case da gioco, quelle sono al di fuori delle logiche che vogliamo accompagnare”.
Le banche come possono superare il “conflitto” di finanziare società che operano nel gioco e, dall’altra parte, essere attente a cogliere segnali di dipendenza da gioco nei clienti? “La linea di demarcazione è molto sottile – ha detto ancora Gotti – dove c’è patologia c’è un problema, dove questa non si evidenzia, non si viene a creare conflitto. Il servizio di attenzione che noi rivolgiamo verso i nostri clienti è per chi ha un problema di dipendenza acclamato. La società che opera nel settore del gioco è anche un operatore economico che evidentemente abbraccia un’attività che comunque la collettività in qualche misura richiede. Dobbiamo dunque avere una sensibilità collettiva: è l’uso improprio che dobbiamo andare ad attenzionare, anche se la stima della soglia esatta del ‘dove sorge il problema’ è sempre problematica e molto soggettiva”.
Alla domanda su come si pongono le banche rispetto alle società di gioco, ha risposto anche Giovanna Zacchi, Ufficio Relazioni Esterne e Attività di RSI di Bper Banca. “Abbiamo come clienti anche aziende attive all’interno del settore del gioco d’azzardo, nei confronti delle quali svolgiamo una maggiore attività di controllo, soprattutto dell’uso del contante e di controllo del territorio. È ovvio che ci approcciamo a un mondo, legale, in cui la presenza dello Stato tramite i Monopoli è molto importante. Abbiamo un’attenzione particolare alla tematica dell’infiltrazione mafiosa e un’attenzione molto alta sull’antiriciclaggio. Ma l’approccio di Bper Banca al GAP è in particolare di tutela del consumatore finale, di supporto alle famiglie e a chi si rovina per un abuso compulsivo del gioco d’azzardo. Negli ultimi anni vi è stata una sovraesposizione e un aumento negli dell’offerta che è andata a impattare sulla fascia debole della popolazione. I dati sono sotto gli occhi di tutti, così come è sotto gli occhi di tutti che il giocatore patologico non rovina solo sé stesso, ma è in grado di rovinare anche il proprio nucleo familiare. Noi tutto questo lo vogliamo evitare. In quanto istituto di credito, non abbiamo nessun interesse che i nostri clienti si rovinino. Per questo abbiamo una attività di monitoraggio e di controllo, tramite la quale cerchiamo di supportarli mettendoli di fronte a una realtà della quale a volte non hanno piena consapevolezza. È chiaro che l’approccio del direttore di filiale con il giocatore d’azzardo patologico può essere solo in un’ottica di moral suasion. Abbiamo voluto dare un segnale forte sull’operatività del cliente finale nell’ambito dell’utilizzo delle carte di debito e credito (le Carte di credito emesse dal Gruppo BPER sono inibite alle operazioni di pagamento presso punti vendita o siti on line classificati nella categoria merceologica “gambling”, restano attive le prepagate ricaricabili – anche se comunque monitorate – e le carte “black” per clienti facoltosi, che rappresentano lo 0,1% del totale ndr)  proprio perché è interesse della banca evitare che il nostro cliente si rovini, perché nel momento in cui è in grado di gestire la sua passione, chiamiamola così, questo non rappresenta un problema. Quando invece la passione diventa vizio e dipendenza, per noi il cliente è perso. L’assunto dal quale si parte è che una banca è florida se il territorio su cui opera è florido. E il territorio è fatto dai clienti”, ha concluso Zacchi. lp/AGIMEG