Avv. Sbordoni: “Nel settore del gaming l’eccesso normativo è un problema. Illegalità e criminalità hanno una massa incomprimibile”

“Il sistema normativo è quello più complesso perché tramite lo strumento della norma, sia essa primaria – le leggi -, sia essa secondaria – i regolamenti -, si può ottenere o meno un certo scopo che dovrebbe essere di beneficio della comunità e dei cittadini”. Questo quanto ha dichiarato Stefano Sbordoni, avvocato esperto del settore gaming e relatore presente alla tavola rotonda “Riordino gioco fisico e online: il nuovo mercato tra politica e sviluppi socio-economici“, in occasione del convegno che si è tenuto all’Università degli Studi di Salerno “Il sistema Italia per la sicurezza del gioco pubblico: dalla prevenzione al controllo, dalla tutela dell’utente a quella degli operatori”, moderato dal direttore di Agimeg, Fabio Felici ed organizzato dall’Osservatorio Internazionale sul Gioco.

“In alcuni casi, per motivi politici di equilibrio o meno, non è sempre stato così. Certe norme producono effetti che non vanno a beneficio dei cittadini. In questo settore è successo, tanto che la produzione normativa, sia di primo che di secondo livello, è esorbitante. Non è un bel segnale se c’è una produzione normativa esorbitante: significa che non si è riusciti a trovare la quadra. Io non so in quanti altri settori – di cui non mi occupo – esista un eccesso di produzione normativa paragonabile a quello che si riscontra nel settore del gioco in Italia. Personalmente, con il MEF e con l’Avvocatura dello Stato, abbiamo costituito un osservatorio in grado di individuare – tramite i picchi di contenzioso – le problematiche derivanti da certe norme”, ha aggiunto.

Un osservatorio per individuare le criticità normative

“Se l’Avvocatura dello Stato si ritrova a dover affrontare centinaia o migliaia di cause, tutte con lo stesso oggetto, risalendo alla normativa che ha generato quei ricorsi e analizzandola, è possibile capire se il problema sia stato causato dalla norma stessa o se, al contrario, non sia stato risolto a causa dell’inadeguatezza della norma. Questo tipo di attività, probabilmente, nel nostro settore non è stata condotta con la necessaria sistematicità. Eppure esistono strumenti utili. Quando una norma viene approvata attraverso il suo iter formativo, essa è sottoposta a due tipi di vaglio, che richiedono una relazione valutativa: si tratta di una valutazione d’impatto – o comunque simile – in cui gli organi preposti analizzano la norma proprio come noi ci proponevamo di fare attraverso l’osservatorio”, ha proseguito Sbordoni.

Il limite delle procedure standardizzate

Sbordoni ha poi sottolineato: “La problematica delle istituzioni è che spesso si procede attraverso schemi e procedure standardizzate. In tal modo, la sostanza finisce per essere assorbita dalla procedura. Se io mi formalizzo sulle regole 1, 2 e 3, ma perdo di vista lo scopo per cui mi sono state date quelle stesse regole da applicare, non c’è via d’uscita. E questo è accaduto. Il problema principale è proprio questo eccesso normativo, che nel nostro settore è diventato incontrollabile. Ogni anno, nella legge di bilancio – ovvero la legge finanziaria – troviamo un numero spropositato di articoli dedicati al gioco, che vanno a modificare o alterare quelli approvati l’anno precedente. Anche questo può essere un segnale. Tuttavia, mantenendo una prospettiva positiva, va precisato che entra in gioco un altro principio: la norma deve adeguarsi alla velocità del nostro settore, sia online che fisico, che è altamente tecnologico.

Questo è un aspetto fondamentale da considerare. Tuttavia, il mestiere del legislatore dovrebbe consistere nel fornire un quadro chiaro e stabile, all’interno del quale possano trovare posto le diverse evoluzioni e soluzioni”.

L’illegalità e i suoi due volti

Sbordoni ha infine concluso sul tema dell’illegalità e della criminalità: “L’illegalità e la criminalità, purtroppo, costituiscono una massa incomprimibile. Non esiste una società a criminalità zero. Tutti noi vorremmo tendere allo zero, ma sappiamo che non è possibile. Dobbiamo, dunque, impegnarci per ridurre il fenomeno il più possibile, attraverso un numero crescente di punti identificati in modo organico sul territorio. In questo modo si riducono gli spazi che possono essere occupati dalla criminalità.

Esistono due tipi di illegalità. La prima è quella generata dall’errore normativo, che porta alla creazione di migliaia di contenziosi e che, automaticamente, alimenta anche forme di illegalità. La seconda è la criminalità vera e propria, che agisce su un piano più pericoloso, mirando a ottenere guadagni illeciti ovunque possibile. La criminalità, oltre al denaro, ambisce al controllo del territorio. Tutta questa situazione nasce da una serie di fattori: per esempio, l’operatore che, non potendo sostenere i costi o le condizioni per ottenere una licenza, opera comunque, ma nell’illegalità. L’organizzazione criminale, allora, si assicura quei soldi provenienti dall’operatore illegale. Per ostacolare questi due livelli di illegalità, è necessario limitare in modo organico gli spazi che l’illegale può occupare sul territorio“. sp/AGIMEG