“EGP è l’Organizzazione Nazionale di Categoria della Federazione Italiana Pubblici Esercizi di Confcommercio. Opera per la tutela di 5.000 punti vendita ‘specializzati’, nei quali lavorano oltre 30.000 dipendenti e, con FIPE, delle reti distributive dei giochi pubblici nei punti vendita non specializzati, ad oggi oltre 35.000 in Italia. È controparte datoriale, con le Organizzazioni Sindacali nazionali più̀ rappresentative, dell’Accordo Nazionale di Lavoro per i dipendenti delle Gaming Hall, parte speciale del CCNL del settore dei Pubblici Esercizi, il più̀ esteso accordo di lavoro nel settore del gaming”. Lo ha detto Emmanuele Cangianelli, presidente di EGP-FIPE, durante l’audizione in Commissione Finanze al Senato sul decreto di riordino del gioco online.
“In premessa ricordo che la nostra posizione, come quella di molte altre associazioni di filiera oggi audite, era ed è quella a favore di un riordino complessivo dell’offerta di gioco che aggiorni, e ribilanci, l’intera offerta pubblica, tanto dei punti vendita quanto del gioco online, delle sale specializzate come dei punti non specializzati. Il riordino complessivo è necessario anche, come previsto dalla delega parlamentare per rivedere i parametri di restituzione in vincita e concessori dei differenti prodotti di gioco, nonché i prelievi fiscali, garantendo un riequilibrio complessivo, aggiornato alle nuove dinamiche di domanda ed alle rinnovate sfide di tutela della legalità, della salute dei consumatori e di effettività del divieto di gioco dei minori. Le politiche degli ultimi dieci anni hanno infatti prodotto numerose distorsioni nella fisiologica competizione tra prodotti di gioco e soprattutto tra i prodotti in concessione e forme illegali od irregolari di offerta. Molto parzialmente hanno inciso anche sull’efficace prevenzione delle dipendenze”, ha aggiunto.
“Ciò premesso, nel provvedimento in esame indichiamo specificamente: all’articolo 6, nell’ottica generale di ampliamento del sistema concessorio e del suo equilibrio competitivo, rileviamo come l’importo una tantum particolarmente elevato di 7 milioni di euro possa restringere eccessivamente la competizione nella specifica verticale distributiva, soprattutto limitando l’offerta legale ad un numero di operatori e di siti web od app molto più ridotto dell’attuale, con tutte le possibili conseguenze negative in termini di canalizzazione dell’offerta legale e, appunto, di concorrenza tra operatori, a partire da quelli di minori dimensioni, pur già a tutti gli effetti concessionari dello Stato. Per il gioco online il meccanismo di selezione principale dovrebbe essere, nel perimetro degli appalti pubblici, la capacità di investimento nelle infrastrutture e nell’innovazione tecnologica a servizio delle finalità pubbliche”, ha sottolineato.
Riguardo all’articolo 13, “esprimiamo una valutazione sostanzialmente positiva per la regolamentazione estesa dei punti vendita di ricariche per il gioco online, attività che è stata per troppo tempo ai margini della dettagliata regolamentazione del settore, consentendo ampia permeabilità tra servizi di pagamento e vera e propria offerta di gioco in luoghi non abilitati ad essa dalle concessioni di punti vendita; allo stesso articolo, osserviamo che il limite di ricarica settimanale di 100 euro in contanti o con strumenti di pagamento non registrati dal concessionario si aggiunge alla disciplina già vigente del decreto legislativo 231\2007 in materia di antiriciclaggio e potrebbe ingenerare fenomeni di allontanamento dal mercato legale non solo di riciclatori ma di quella parte di consumatori che predilige ancora, come anche in altri servizi dell’e-commerce, il versamento in contanti”, ha detto.
“Un sensibile miglioramento della canalizzazione del gioco online verso l’offerta in concessione, valorizzando quindi quanto lo Stato cede in gestione ai partecipanti al bando di gara previsto dalla disposizione, è quello previsto all’articolo 22, in particolare le restrizioni ai prestatori di servizi di pagamento relativamente ad operazioni relative al gioco verso soggetti privi di concessione. Tale regolamentazione, già operativa in più di 10 stati della UE, è certamente progressivamente migliorabile ma la sua rapida attivazione può certamente fungere da ulteriore deterrente ai fenomeni di illegalità di offerta che, come noto, basano su questi flussi non solo l’illegalità del gioco online, ma anche larga parte di quella di punti vendita esterni ai canali in concessione”, ha sottolineato.
“Nell’ottica di regolamentazione più generale – ha aggiunto -, è apprezzabile anche il disegno dell’articolo 14, che riassume una serie di indirizzi per la tutela della salute dei giocatori; in particolare la previsione di una Consulta permanente. Per il pieno conseguimento degli obiettivi di interesse pubblico è evidentemente centrale la collaborazione tra tutti gli attori istituzionali, del sistema concessorio e sociali: è chiara in questo senso l’incoerenza dell’estromissione delle organizzazioni datoriali e di impresa dagli Osservatori nazionale e regionali sul DGA proprio quando sono gli operatori di gioco il primo punto di contatto con i consumatori, dovendone quindi valorizzare e potenziare le responsabilità di filtro, informazione ed indirizzo agli eventuali livelli di assistenza specializzata. Obiettivo da attivare rapidamente in questo senso è l’attivazione del Registro di autoesclusione per i punti della rete fisica, sulla scorta della già positiva esperienza del gioco online che ha coinvolto in questo sistema di responsabilizzazione oltre 130.000 persone”.
“Da ultimo, commentando anche le posizioni espresse dalla Conferenza delle Regioni e da ANCI, date le dimensioni del mercato così come dei fenomeni di patologia, risulta utile incrementare le risorse a disposizione di Regioni e Comuni mediante compartecipazione al gettito statale e con finalizzazione alla prevenzione e cura non solo del Disturbo da gioco ma delle diverse dipendenze, che sono correlate tra di loro, come dimostra da tempo la ricerca. Tale compartecipazione, sensatamente, deve attingere dalle risorse di tutti i prodotti di gioco regolamentati, nei punti vendita ed online”, ha concluso. cdn/AGIMEG