Attisani (Sisal): “La ricerca è fondamentale per mettere in atto strategie efficaci per il gioco responsabile”

“I risultati che voglio proporre derivano dallo studio “Profiling problem gamblers in Italy”. Questo è un argomento veramente complicato, ma è necessario per conoscere la base dei nostri clienti. L’obiettivo di questa ricerca è quello di comprendere i comportamenti problematici, al fine di mettere in atto strategie per mitigare questi problemi. L’approccio scientifico che abbiamo adottato vuole identificare i giocatori problematici per identificare se ci sono diversi cluster di giocatori problematici per poter usare delle strategie fatte su misura per le loro necessità”. È quanto ha detto la research specialist di Sisal, Virginia Attisani, durante il panel “A closer focus on Italy and a bit abroad!” all’European Association for the Study of Gambling.

“Abbiamo inviato un questionario a tutti i clienti di Sisal. Quasi 12mila sono state le risposte. A nostro avviso, trovare differenti cluster di giocatori può essere molto utile per provare ad adottare strumenti adeguati. Ci sono vari fattori che determinano il cluster di un giocatore problematico come lo stato emozionale, la percezione delle conseguenze del gambling o la ricerca di nuove sensazioni. Dai risultati del sondaggio siamo riusciti ad identificare tre cluster: il 46% aveva un atteggiamento rilassato al gioco, il 30% orientati alle vincite e il resto cercavano nuove sensazioni. I primi considerano che giocare ha un effetto positivo sulla loro vita, senza capire i possibili effetti negativi. I secondi invece giocano solo per arrivare alla vincita e il loro stato emozionale peggiora dopo aver giocato. In questo caso, è importante supportarli con messaggi pop-up o limiti di deposito. L’ultimo caso cerca nel gioco nuove emozioni attraverso il rischio. In questo caso, lo stato emozionale è positivo sia prima sia dopo. Queste persone solitamente non hanno problemi finanziari”.EASG 2024

“In Sisal cerchiamo di adottare diversi strumenti in base al cluster a cui appartiene il giocatore problematico attraverso una comunicazione targettizzata e una procedura personalizzata di gestione del giocatore. Abbiamo anche sviluppato un algoritmo che riesce e prevedere quali persone potrebbero sviluppare una dipendenza”, ha concluso. ac/AGIMEG