Apertura sala slot a Faenza vicino luoghi sensibili: si prospetta bagarre in Consiglio Comunale. Grillini (Italia Viva) ad Agimeg: “Serve chiarezza per l’applicazione della normativa e non fare scelte contrastanti tra loro”

Il via libera per una sala slot a Faenza, in provincia di Ravenna, nonostante la vicinanza a dei luoghi sensibili sta suscitando un grande clamore sia nel mondo politico locale che nel settore dei giochi che vede ribaltata una giurisprudenza che sembrava piuttosto consolidata.

A insorgere contro la decisione dell’amministrazione comunale ci sono sia esponenti di maggioranza che minoranza. Il Consigliere di Italia Viva, Alessio Grillini, ha fatto presente che ci sarebbe, oltre ad una chiesa, anche un ulteriore luogo sensibile perché a meno di 500 metri c’è anche il campo di allenamento di una squadra frequentato anche da giovanissimi. In questo caso, il Consigliere prende di mira il posto da cui parte la misurazione poiché Grillini ritiene che non sia stato misurato dall’ingresso principale, ma da quello posteriore. “L’amministrazione comunale ha inoltre dato il margine di 10 anni per recuperare gli investimenti fatti, cosa che in precedenza, come da normativa, è stata resa possibile solo per le attività preesistenti. Il Comune dovrà rispondere dovrà rispondere a questi interrogativi e perplessità”. E’ quanto ha dichiarato Grillini.

Agimeg ha intervistato il consigliere Grillini che ha affermato: “Ho presentato un’interrogazione al Consiglio comunale in merito al parere favorevole al permesso di costruire una sala slot che non rispetta le distanze minime. Premetto che sono assolutamente a favore del gioco lecito, perché ritengo che sia meglio un gioco controllato e sicuro piuttosto che quello gestito dall’illegalità. Proprio per questa posizione e dopo quanto avvenuto in Emilia-Romagna dove, in virtù della normativa regionale sul gioco, sono state chiuse tante attività per gli stessi motivi cercherò di capire quale metodo sia stato usato dal Comune. Fino ad ora i 500 metri di distanza dai luoghi sensibili era la discriminante principale e quindi credo che anche questa sala debba ricadere in questa disciplina. Proprio di fronte alla sala c’è infatti l’ingresso del campo sportivo della giovanile di calcio della squadra della città, ma agli atti risulta che la distanza sia contata dall’ingresso di servizio, aggirando la norma. Nelle motivazioni che il Comune ha dato a seguito del rilascio del permesso di costruire si sostiene che l’attività esiste già, però, a causa della presenza dei luoghi sensibili nelle vicinanze, dovrà chiudere entro 10 anni, tempo prestabilito per far recuperare gli investimenti già fatti. A mio avviso anche qui c’è qualcosa di sbagliato poiché nessuna attività può essere preesistente senza avere un permesso del genere. Spero che l’amministrazione comunale risponda puntualmente a questi quesiti che proporrò nella mia interrogazione”.

Sul tema è intervenuta anche la capogruppo della Lega, Roberta Conti, “Ci sorprende come sia stata completamente superata, con motivi a noi conosciuti, la delibera votata il 28 dicembre dall’Unione della Romagna Faentina e approvata all’unanimità. In quell’occasione fu allargata l’area dei luoghi sensibili, facendo così ricadere la sede della nuova sala slot interamente all’interno dell’area popolata da luoghi sensibili. E’ fuori luogo una sala giochi in quell’area di via Granarolo. Chiederemo ulteriori chiarimenti in consiglio comunale”.

Anche i Comitati di quartiere si sono levati contro l’apertura di questa attività, presentando 450 firme, poiché è una zona frequentatissima e in cui passano numerosi ragazzi per via della vicinanza da un centro sportivo e varie scuole.

A far discutere è soprattutto l’interpretazione avuta dall’Ufficio comunale che, nonostante la sala sia ancora vuota e si tratti a tutti gli effetti di una nuova apertura, l’ha ritenuta un’attività preesistente concedendo i 10 anni di tempo per ammortizzare i costi degli investimenti.

Ovviamente, una decisione come quella del Comune di Faenza salta all’occhio anche perché va in controtendenza con l’atteggiamento dalla precedente gestione sempre a guida Partito Democratico e inoltre negli ultimi anni, in special modo nel territorio dell’Emilia-Romagna, le amministrazioni hanno sempre negato le autorizzazioni in casi analoghi e la disparità di trattamento di questo caso potrebbe portare ulteriore confusione normativa attorno ad un settore che da tempo richiede un riordino. lp/AGIMEG