Viola (psicoterapeuta): “Il proibizionismo non frena la dipendenza da gioco, ma la moltiplica”

dal nostro inviato a Milano – “La ludopatia è una dipendenza, è la sostituzione di un disagio con qualcos’altro, ad esempio un problema di relazione con persone, famiglia, amici. E’ la trasformazione di una relazione con una persona con un oggetto o un’attività, come la droga o l’alcool. Il gioco, il correre dei rischi fa parte della natura umana. Non tutti i giocatori sono dipendenti, ma i giocatori dipendenti sono malati”. Lo ha dichiarato la psicoterapeuta Sarah Viola nel corso del convegno “Occupazione, fiscalità, territorio: quale futuro”, in corso di svolgimento a Milano. “A livello medico, chi ha una dipendenza di solito non vuole guarire, a differenza di tutti gli altri tipi di pazienti. Inoltre la proibizione non frena la dipendenza, ma la moltiplica, rende più forte il ‘craving’, il richiamo dell’oggetto desiderato. Il modo giusto per intervenire è far capire che il ludopate ha un problema, che il dipendente da gioco non può giocare come gli altri, non lo fa in modo normale. Quindi si può ridurre la dipendenza e il gioco, ma non si può eliminare del tutto. Il percorso ideale è che il giocatore stesso diventi una risorsa: aiutato a svolgere un percorso di terapia e di cambiamento, può aiutare gli altri giocatori a rischio all’interno delle sale. Il gioco diventa malattia quando interferisce con la vita quotidiana, quando viene prima di tutto, prima del lavoro, della famiglia”. af/AGIMEG