Nei giorni scorsi, i militari del Comando Provinciale di Firenze, dopo un’intensa attività info-investigativa, sono entrati in un locale a Vinci, in provincia di Firenze, ufficialmente qualificato come internet point ma rivelatosi, in seguito, essere una bisca clandestina, gestito da una ditta individuale il cui titolare era un soggetto di origine cinese.
In particolare, le indagini, svolte dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Empoli anche mediante sopralluoghi, appostamenti e pedinamenti, hanno permesso di monitorare le frequentazioni del locale e di acquisire specifici elementi tali da poter ritenere che al suo interno venisse esercitata tutt’altra attività rispetto a quella dichiarata.
A tali elementi si aggiungevano altri elementi di prova raccolti sul territorio: un documento condiviso sui social network in lingua cinese in cui veniva sponsorizzata in quella location la vasta gamma di giochi disponibili computerizzati, tra i quali la Roulette e il Baccarat e la presenza, all’esterno del locale e in prossimità del suo ingresso, di un’apparecchiatura di videosorveglianza e un campanello per il riconoscimento dei clienti.
La constatazione, poi, dell’installazione di vetri oscurati che non consentivano di vedere l’interno, unitamente a un’assidua frequentazione del locale, tendenzialmente in orari serali e notturni, da parte di cittadini di nazionalità sinica, sono stati ulteriori indizi che hanno contribuito a delineare un quadro probatorio chiaro alle Fiamme Gialle empolesi.
All’interno del locale, i finanzieri hanno potuto constatare che l’ambiente era organizzato su due ingressi, uno visibile dall’esterno e un secondo, immediatamente successivo all’altro, costituito da una inferriata, avente apposita finalità di filtraggio e di ostacolo a eventuali controlli da parte delle Forze di Polizia. All’interno è stata accertata la presenza di 9 postazioni da gioco, complete di personal computer, monitor e poltrone, nonché di un server utilizzato per permettere ai clienti l’accesso abusivo a siti non rientranti tra quelli monitorati da ADM, sistema che consentiva agli organizzatori dell’attività illegale di non calcolare e, quindi, non versare il Preu.
Il contestuale rinvenimento di un giocatore di etnia sinica intento a giocare con delle slot ha permesso ai militari di individuare il funzionamento complessivo dello store: mediante una reception/cassa ubicata all’ingresso del locale e dotata di un tablet, il gestore della sala ricaricava le singole postazioni, già dotate di username e password preimpostate, che permettevano la connessione alla piattaforma di gioco online.
All’esito della perquisizione, i militari hanno proceduto al sequestro dell’intero locale, al cui interno sono stati rinvenuti anche circa 6.000 euro quale incasso delle puntate dei giocatori della giornata. Sono stati deferiti alla competente Autorità Giudiziaria, in flagranza di reato, il gestore della sala e il giocatore rinvenutovi all’interno, entrambi di etnia cinese, per i quali vale la presunzione di innocenza per tutta la durata del procedimento. cdn/AGIMEG