Durante il seminario pubblico (powered by IGT) “Aggiornamento sullo stato del riordino del gioco in denaro in Italia”, organizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com), è intervenuto anche Stefano Vaccari, Deputato PD della Commissione Agricoltura e coordinatore dell’Intergruppo parlamentare per la sensibilizzazione sui rischi del gioco d’azzardo.
“Ci ritroviamo in questa situazione perché a partire dal 2003 lo Stato italiano ha legiferato sulla materia stratificando una serie di norme, lasciando degli interstizi entro i quali la criminalità organizzata ha saputo operare anche con parvenze di legalità inquinando l’ambito del gioco, che è per la maggioranza improntato al rispetto della legge. Nella legislatura 2013-2018, si era arrivati molto vicini al traguardo per la riforma. Si trattava di un lavoro importante e avanzato in termini di condivisione, di punto di equilibrio, di lotta all’illegalità, di responsabilità sociale che veniva chiesta al mondo delle imprese e che lo Stato si caricava in prima persona. Purtroppo, non è andato avanti. Oggi ci siamo ritrovati davanti ad una riforma che doveva prevedere da subito sia il gioco online sia quello fisico, ma poi è stata separata soltanto per ragioni di cassa”, ha sottolineato.
“Dal 2004 al 2023, secondo i dati forniti dal Governo, il gioco fisico è rimasto stabile in termini di raccolta, quello online è cresciuto di 10 miliardi in raccolta, senza però corrispondere a un analogo aumento del gettito per lo Stato. C’è quindi un problema serio rispetto a tutto quello che il settore muove rispetto alla raccolta concreta dello Stato. Non si è voluto recuperare nulla del lavoro fatto in precedenza, frutto anche di un dialogo importante con le imprese. Si deve trovare un punto di vista condiviso riguardo il settore del retail, che tenga conto delle esigenze delle imprese e l’impatto sociale sui cittadini. Vorrei sottolineare le scelte scellerate fatte dal Governo riguardo l’abolizione dell’Osservatorio nazionale sul gioco patologico e sul Fondo che aveva finanziato per 8 anni progetti di Regioni e Comuni sul gioco patologico “, ha detto.
“Al Senato si sta discutendo un progetto di legge sulla salute mentale, il centro destra ha presentato un emendamento per includere la patologia da gioco da considerare dentro i percorsi di salute mentale. Dobbiamo provare ad inserire all’interno della riforma del gioco, anche il tema di un gioco più responsabile. La proporzionalità ha a che fare anche con il tema della quantità dell’offerta, aumentata, secondo me, per alcuni giochi in maniera sproporzionata. Il gioco è diventato per molti un’ancora alla quale aggrapparsi in condizioni di povertà. Legislatore, Comuni, imprese e operatori del terzo settore devono provare a fermare le problematiche legate al settore. Problematiche che rischiano di essere lasciate alla mercè delle buone intenzioni. Rispetto al tema dell’illegalità credo che sull’online si potessero fare scelte più stringenti. Mi sfugge il perché non si sia voluto fare”, ha concluso. cdn/AGIMEG