Unione Proprietari Galoppo: “Senza una seria riforma delle scommesse, difficile pensare a un futuro sostenibile a lungo termine per il settore dell’ippica”

“Da troppo tempo siamo in una fase di paralisi che fa male al settore. Dalla cancellazione dell’UNIRE e a seguire dell’ASSI, l’ippica italiana si trova, unica al mondo, a venir gestita direttamente dalla Politica, tramite il Ministero dell’Agricoltura, il quale per sua stessa natura e organizzazione interna non possiede la rapidità di azione e le competenze specifiche che un settore come l’ippica necessita. Sono anni che come categorie, sia al galoppo sia al trotto, chiediamo di poter tornare a essere gestiti tramite un ente autonomo, dove il Ministero svolga possibilmente solo una funzione di puro controllo e non di indirizzo. Aver finalmente, grazie a questo DL, preso atto di questa situazione spero possa aprire le porte a una riforma complessiva, che parta dall’Agenzia Autonoma e arrivi a toccare tutte quelle leve indispensabili a una crescita duratura del comparto. Innanzitutto, necessitiamo che questa futura Agenzia sia composta in maniera principale da rappresentanti delle categorie ippiche. Il Disegno di Legge pare andare in questa direzione, anche se ritengo essenziale che si debba prevedere un rappresentante ciascuno per i Proprietari di galoppo e trotto e non un rappresentante unico per entrambi, visto che le esigenze sono molto differenti e soprattutto perché tali figure rappresentano il vero carburante senza il quale la macchina ippica si ferma. In secondo luogo, tutti i rappresentanti ippici devono essere messi nella condizione di poter incidere in maniera concreta sulle scelte e gli indirizzi. Questo anche attraverso la creazione, meglio, la riattivazione, degli enti tecnici, pilastri immancabili per mantenere e migliorare la programmazione e la selezione ippica. Quello che in questi anni è mancato è stata proprio una direzione ippica capace di proporre una visione a lungo termine, perché è vero che serve velocità di azione, come ricordato sopra, ma è altrettanto vero che il nostro è un settore che ha bisogno di tempo per vedere i frutti del proprio operato e quindi richiede una governance che possa stabilire dei programmi a medio-lungo termine che siano rispettati, anche dal punto di vista delle risorse a disposizione, e non modificati di anno in anno. In buona sostanza serve lungimiranza e stabilità. Tutto questo è mancato per molti anni. L’Agenzia per realizzare pienamente il proprio compito dovrà dunque operare in sinergia seguendo le indicazioni dei rappresentanti ippici, ovviamente sotto il controllo generale delle Istituzioni”. E’ quanto sottolineato dall’Unione Proprietari Galoppo – UPG in audizione nella 9ª Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare) del Senato sull’ Istituzione dell’Agenzia autonoma per l’ippica e disposizioni per la riforma del settore.

“Un altro aspetto da troppo tempo abbandonato è quello delle scommesse. Dalla liberalizzazione dei giochi di inizio anni Duemila, l’ippica è stata relegata in un cantuccio, come se fosse un fastidio più che un’opportunità per lo Stato. Gli autorevoli Membri della Commissione penso sappiano bene come in tutto il mondo le scommesse ippiche siano in continua ascesa e rappresentino una importante fonte di introito per le casse dello Stato. Ma senza voler andare tanto indietro nel tempo, fino agli anni Novanta, la stessa ippica italiana rappresentava una sorgente di guadagno importante, poiché non soltanto produceva il gettito necessario per il suo sostentamento, ma altresì “girava” allo Stato una grossa fetta del volume di scommesse. Tutto questo accadeva, guarda caso, quando l’UNIRE era ancora in attività. In questi anni purtroppo nulla si è fatto per mantenere attrattive le scommesse ippiche. Un payout assurdo e punitivo, una offerta spesso obsoleta e che non viene incontro al mutato gusto degli appassionati e altre scelte autolesioniste hanno tagliato le gambe alla scommessa ippica in favore di altri giochi che ovviamente hanno avuto il sopravvento, ma che, come sappiamo, sono forieri di tutta una serie di danni, primo fra tutti la famigerata ludopatia. Ritengo sia giunto il momento di metterci mano per far tornare la scommessa ippica la regina delle scommesse. Anche perché, senza una seria riforma delle scommesse diventa difficile pensare a un futuro sostenibile a lungo termine per il nostro settore. In conclusione, gli Ippici attraverso le loro Associazioni di Categoria, chiedono alle Istituzioni soltanto di poter essere messi nelle condizioni di competere ad armi pari, sia a livello sportivo in pista, sia a livello economico nelle scommesse. Siamo certi che attraverso una riforma complessiva ed efficace sapremo come ippici, far tornare il nostro sport al centro dell’immaginario collettivo degli italiani e sapremo offrire ancora maggior lustro alla nostra Nazione”, ha concluso. cdn/AGIMEG