Umbria, chiusura totale sale scommesse, bingo e slot. Castellani (titolare sala bingo) ad Agimeg: “Si sta giocando sulla pelle di lavoratori e imprenditori. Manifesteremo sotto la Regione e la Governatrice Tesei dovrà spiegarci il perché di tutto questo”

“Sono il titolare della sala bingo di Terni in cui lavorano 16 persone e l’ultima ordinanza ci lascia in una situazione tragica avendo bloccato la nostra attività. Debbo constatare una disparità di trattamento con altre attività come quelle della ristorazione che possono rimanere aperte fino ad un certo orario”. E’ quanto dichiara ad Agimeg il titolare della sala bingo di Terni, Maurizio Castellani, in merito all’ultima ordinanza della Regione Umbria che impone la chiusura delle attività di gioco. “Credo che già bastasse il precedente provvedimento che stabiliva la chiusura alle 21, ma ora mi sembra si stia esagerando poiché la mia sala bingo – come tutte le altre – rispetta tutti i protocolli di sicurezza. Anzi, penso che nella mia sala abbiamo adottato misure ancor più rigide di quelle previste nei protocolli. Inoltre, ritengo insensata la chiusura delle sale bingo poiché in Umbria ce ne sono solo 2: la mia ed una che si trova a Perugia. Non credo – prosegue Castellani – che la nostra chiusura possa avere un impatto così ampio sulla curva dei contagi. Sono rimasto molto sorpreso da questa ordinanza anche perché l’Umbria era una delle poche regioni che non aveva adottato limiti orari o altre misure penalizzanti nei confronti del settore, dunque questa mossa ci ha stupito. Ora, spero che i miei dipendenti possano attingere dalla cassa integrazione in deroga, ma non possiamo andare avanti solo con sussidi statali. C’è bisogno che ci venga data la possibilità di lavorare. A tal proposito, dopo la pubblicazione dell’ordinanza ci siamo subito messi in contatto con alcune associazioni per provare ad organizzare una protesta di fronte al palazzo della Regione. La Governatrice Tesei deve darci una spiegazione per aver adottato una misura di questo tipo. Sono consapevole però, anche vedendo la situazione in regioni come la Lombardia, che non sarà facile portare avanti le nostre istanze. E’ assurdo che io paghi una concessione statale per svolgere la mia professione e lo Stato non tuteli il mio diritto di lavorare. Non si può giocare sulla pelle dei lavoratori e degli imprenditori. In conclusione, ritengo che sia tutta una questione politica in cui ci sono dei partiti che sono fino al midollo contro il settore del gioco e stanno sfruttando la pandemia per eliminare o quantomeno ridurre il comparto”, conclude il titolare della sala bingo di Terni. ac/AGIMEG