Ci sono 36 indagati per abuso d’ufficio per l’infinita vicenda giudiziaria della mancata corresponsione della vincita per un ‘13’ da circa un miliardo di lire realizzato il 1 novembre del 1981 da Martino Scialpi, commerciante ambulante di Martina Franca (Taranto). Il gip del Tribunale di Potenza dopo aver accolto l’opposizione della parte offesa alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero, ha fissato l’udienza camerale per il 6 aprire per discutere sul da farsi. Tra i 36 indagati vi sono i vari presidenti del Coni che si sono succeduti in oltre 30 anni di cause, 11 magistrati dei tribunali di Taranto, Bari e Roma, ufficiali della Guardia Finanza, un dirigente dell’Azienda Monopoli di Stato e alcuni avvocati del foro di Roma, di Taranto e dell’Avvocatura dello Stato. La vicenda penale e’ approdata a Potenza perche’ la sede giudiziaria competente ad indagare su vicende che riguardano magistrati in servizio presso il distretto della Corte di appello di Lecce, al quale Taranto appartiene. La schedina e’ stata dichiarata autentica, ma il Ministero delle Finanze e il Coni si sono sempre rifiutati di pagare perche’ sostengono che la matrice del tagliando non sia mai arrivata all’archivio del Totocalcio. L’indagine penale e’ scaturita da una denuncia depositata da Scialpi il 29 maggio 2014. La causa civile per adempimento contrattuale avviata al tribunale di Roma e’ invece fissata per il 27 ottobre. Il giudice civile Federico Salvati aveva sollecitato le parti a tentare una conciliazione in considerazione – scriveva nell’ordinanza – sia dell’obiettiva incertezza dell’esito della lite (resa palese dalle contrastanti ordinanze del 9 febbraio e 14 marzo 2012), sia della particolarita’ della vicenda oggetto di causa, ma il Coni non ha poi ritenuto di aderire alla richiesta. lp/AGIMEG