“Il testo dell’ordinanza per la riapertura dei giochi è stato scritto il 14 luglio e reso disponibile solo oggi, quindi non ho ancora letto integralmente l’ordinanza. L’apertura delle sale giochi e bingo è un po’ sofferta poiché sono stati inseriti gli stessi criteri – molto stringenti – di mesi fa, nonostante il mese in più di stop rispetto a tutto il resto d’Italia. In più i coefficienti sul numero di persone per metri quadrati sono quelli usati per l’apertura dei negozi l’8 maggio. Quindi, la domanda viene spontanea: perché non abbiamo potuto riaprire l’8 maggio insieme a tutte le altre attività?” E’ quanto afferma il titolare di una sala bingo di Bolzano, Vincenzo Galasso, in merito all’ordinanza sulla riapertura dei giochi nella provincia di Bolzano, ultima in ordine di tempo a prendere tale decisione. “Il nostro settore è costantemente bersagliato dai pregiudizi di chi ci governa, ma noi siamo un’attività del tutto lecita. Per operare abbiamo dovuto superare dei bandi di gara pubblici e quindi meritiamo lo stesso rispetto che hanno gli operatori di altri settori. Penso che le istituzioni, seppur composte da uomini con un proprio pensiero, debbano essere obiettive e lasciar perdere i vari pregiudizi personali. La situazione che stiamo vivendo a Bolzano è intollerabile. Infatti, l’Ascob ha recentemente presentato un esposto alla Corte dei Conti di Bolzano per chiedere i danni causati dalla prolungata chiusura delle attività di gioco. Inoltre, in questa fase di riapertura stiamo avendo anche un altro tipo di problema, poiché in questo periodo molti clienti si sono organizzati e andavano a giocare al bingo nelle province vicine come Trento e Brescia. Dunque, ora soffro anche la concorrenza di territori confinanti che, oltretutto, non hanno tutti gli obblighi di sicurezza che abbiamo qui a Bolzano. Siamo di fronte a persone totalmente incompetenti nella materia e lo dimostra il fatto che hanno accorpato tutto il settore del gioco senza fare alcuna differenza e hanno legiferato sente tener conto delle dovute differenziazione tra i giochi”. ac/AGIMEG