Sta tenendo banco la proposta del PD Toscana di vietare le ticket redemption ai minori di 18 anni. Un progetto di legge firmato da Anna Paris vorrebbe infatti interdire l’utilizzo degli apparecchi senza vincita in denaro ai minorenni. Una proposta, si legge nella nota del Partito Democratico toscano, dettata dal rischio che l’utilizzo di queste macchinette possa sviluppare nel giocatore una dipendenza da gioco d’azzardo, amplificata dal meccanismo gioco-vincita che innescherebbe nel giovane una dipendenza patologica.
Incredule le associazioni di categoria, a partire da Federamusement Confesercenti, che fa chiarezza attraverso le parole del presidente Alessandro Lama rilasciate ad Agimeg: “Questi attacchi al nostro settore sono basati sul nulla. Noi ci occupiamo di gioco lecito, senza vincita in denaro. L’unica ricerca al mondo sulle possibili problematiche legate alle ticket redemption, effettuata dall’Università Roma Tre, ha determinato che non esistono assolutamente parametri e fondamenti scientifici che collegano direttamente la nostra attività al gioco d’azzardo e alla ludopatia. Chi è predisposto a questa vera e propria malattia non ha certo bisogno dello stimolo dei ticket, ma può trovare ben altri punti critici, ben diffusi e pubblicizzati, basta avere un telefonino in mano. Si tratta di battaglie politiche e ideologiche senza fondamento, mentre noi come industria abbiamo voluto affidare le nostre risposte a dati e ricerche fondate”.
La ricerca a cui fa riferimento il presidente Lama è quella commissionata dalle associazioni FEE, Sapar e New Asgi all’ateneo romano. Un lavoro che ha fatto emergere, dati alla mano, come solo una piccolissima parte dei soggetti intervistati (appena il 3%) ritenga che i ticket gli abbiano fatto scoprire il gioco con vincita in denaro. E un’altra piccola percentuale ritiene che questi possano influenzare la propensione a questa tipologia di gioco (5%). Inoltre, il 6% del campione della ricerca ritiene che i ticket siano simili alle scommesse e appena l’8% percepisce i ticket come pericolosi.
Insomma, numeri, e non solo parole, che mostrano una distanza siderale tra ticket redemption e gioco lecito con vincite in denaro e ancora di più con il gioco di azzardo. “Non sappiamo neanche più come chiamare le sale giochi. Sale divertimento? Centri divertimento per famiglie? Per non parlare dei premi in palio, che non possono superare il valore di 20 euro, a testimonianza di quanta poca incidenza la premialità abbia sui nostri apparecchi – prosegue Lama – Le nostre sale sono centri di socializzazione che non hanno alcuna correlazione con la predisposizione alla ludopatia già presente in certi soggetti. Ludopatia e ticket redemption sono quindi due fenomeni totalmente opposti e distanti”.
Il presidente di Federamusement Confesercenti lancia un allarme: “Vietare le ticket redemption ai minori di 18 anni significa che questi minori si rivolgeranno ad altri settori e ad altri luoghi dove c’è meno controllo. Si otterrebbe il risultato opposto, spingendo i minorenni ad altri interessi sicuramente più dannosi di ciò che invece potrebbero trovare in una sala giochi. Chi vuole attaccare il nostro settore, almeno lo faccia basandosi su fatti concreti, se li trova”.
In merito poi alla proposta del PD Toscana, in cui nello specifico si parla di “rischio gratificazione” in chi gioca agli apparecchi senza vincita in denaro, Lama risponde: “Chiunque pratichi qualunque attività o qualunque gioco, lo fa per vincere. Chi gioca a scacchi o a calcio lo fa per perdere? Il gioco di per sé stesso è gratificazione. Così come tutto lo sport. Preferiscono i politici della Toscana vedere i ragazzi chiusi in casa a giocare con le console? Peraltro, sulle ticket redemption tutti possono vincere un piccolo premio anche per dare un valore agli euro che i genitori spendono per tante ore di divertimento inclusivo”.
“Il nostro modo di fare intrattenimento invece è sano, si tratta di competizione sana, in cui non esiste la componente fortuna. Chi vince ai nostri apparecchi, vince perché è bravo e quindi è giusto che venga gratificato in qualche modo. Parlare di un collegamento tra ticket redemption e gioco d’azzardo è assolutamente ridicolo, è frutto di ignoranza e di non conoscenza dell’argomento. Chi prende posizioni contro di noi non è spinto dalla conoscenza, ma dal populismo”, prosegue Lama (foto).
“E’ molto più facile proibire piuttosto che proporre. Questo è il punto. La politica dovrebbe fare proposte, anziché continuare a vietare: perché nessuno propone di indirizzare una parte delle vincite in progetti benefici o di sostengo alla collettività? Cosa avallata dallo studio dell’Università? Perché nessuno propone di sederci tutti intorno a un tavolo? Attaccare è più facile che costruire, urlare è più semplice piuttosto che mettersi a lavorare, e purtroppo è ciò che sta avvenendo. La nostra proposta, come Federamusement, è invece quella di vederci, confrontarci e sederci attorno a un tavolo nell’interesse di tutti, in primis quei minorenni a cui si vuole vietare di giocare”, l’appello finale di Lama. ff/AGIMEG