Dopo il Tar anche il Consiglio di Stato stoppa il distanziometro in Emilia-Romagna

Un operatore di gioco ha presentato un ricorso al Consiglio di Stato per chiedere la riforma della sentenza del Tar dell’Emilia-Romagna che aveva confermato la legittimità del provvedimento di chiusura di una sua sala giochi a Rimini per la violazione delle distanze minime dai luoghi sensibili imposte dal regolamento comunale.

Il Collegio ha evidenziato che “sotto il profilo del fumus, che, ad una cognizione sommaria propria della presente fase cautelare, le censure dedotte da parte appellante meritano approfondimento nella sede di merito; sotto il profilo della sussistenza del periculum e nella prospettiva del bilanciamento tra gli interessi coinvolti, che il pregiudizio lamentato da parte appellante può essere adeguatamente tutelato conservando la res aduc integra fino
alla definizione del giudizio, attesa la natura espulsiva dei provvedimenti impugnati dalla parte ricorrente – difesa dall’avvocato Gianfranco Fiorentini –  in prime cure e la conseguente impossibilità per la società appellante di continuare ad operare nelle more”.

Per questi motivi il Consiglio di Stato ha accolto l’appello cautelare e sospeso l’esecutività della sentenza impugnata. ac/AGIMEG