Il Tar Lombardia, sezione di Brescia, annulla anche le fasce orarie adottate dal Comune di Treviglio. Negli scorsi mesi aveva già censurato provvedimenti analoghi adottati da altri centri dell’Ambito Territoriale di Treviglio (Arcene, Spirano e Castel Rozzone e solo qualche giorno fa Fara Gera d’Adda), e la sentenza pubblicata ieri non si discosta dai precedenti. Il giudice amministrativo ad esempio ribadisce che “la riduzione degli orari di gioco non deve mai spingersi fino al punto da cancellare il valore economico della concessione” e che l’ordinanza del Sindaco non tiene conti delle “potenzialità tecnologiche degli apparecchi AWP e VLT”. La Conferenza Unificata – quella che ha occupato gran parte del 2017, per arrivare a una riorganizzazione del settore del gioco – “ha sottolineato che la tecnologia offre nuove opportunità per la tutela del giocatore e per la prevenzione del gioco d’azzardo patologico, quali ad esempio l’autolimitazione del gioco in termini di tempo e di spesa, l’invio di messaggi automatici durante il gioco che evidenzino la durata dello stesso, la riduzione degli importi minimi delle giocate, il controllo, nel rispetto della privacy, sul grado di partecipazione al gioco dei giocatori più esposti al rischio del gioco d’azzardo patologico”. E quindi il Tar ribadisce anche che “l’intesa con l’ADM prevista dalla Conferenza Unificata per la distribuzione delle fasce orarie di interruzione del gioco non può essere omessa o rinviata, essendo al contrario un passaggio essenziale per stabilire se le forme di controllo individualizzato sul gioco d’azzardo patologico rese possibili dalla tecnologia più recente possano costituire un’alternativa efficace all’interruzione dell’attività di gioco”. Intanto però “è quantomeno necessario che gli enti locali consultino l’ADM prima dell’introduzione di una disciplina restrittiva nei rispettivi territori”. lp/AGIMEG