Cappi al collo, urla e cori. Ieri è stata la volta della piazza del gioco, con i lavoratori e i gestori in protesta per tutta la mattina di fronte al Consiglio regionale, dov’è in corso la discussione per modificare la del 2016. Presenti in centinaia, a supporto delle modifiche alla legge proposte dalla Lega, ma bloccata dall’ostruzionismo delle opposizioni. La richiesta – riporta oggi La Stampa – era unanime: «Operiamo in modo legale, tassato e controllato. Chiediamo solo di poter lavorare». Massimiliano Pucci, presidente nazionale di As.Tro, è arrivato da Roma per partecipare. Come prima cosa ha ribadito «la solidarietà al consigliere di minoranza Sarno, minacciato di morte», per poi chiedersi «se le opposizioni non hanno di meglio da fare in un momento come questo. Il nostro settore è in lockdown da quattro anni ed è oltraggioso fare distinzioni tra lavoratori di serie a e di serie b». Ieri la Lega è scesa al gran completo a parlare con i manifestanti. C’era il primo firmatario della riforma Claudio Leone e il suo collega Andrea Cane. L’assessore Fabrizio Ricca ha promesso che «andremo avanti, staremo in aula a votare fino a che la legge non passerà». Eppure la maggioranza — che ha portato una delegazione di manifestanti in audizione nella capigruppo — sa bene che la questione è complicata. L’ha spiegato alla piazza lo stesso assessore al Bilancio Andrea Tronzano: dopo aver premesso che «la vostra battaglia è anche la nostra», ha ammesso come «con 70mila emendamenti, anche se si votasse per dieci ore al giorno, avremmo bisogno di 150 sedute. Quello è il tema vero e, non ve lo nascondo, sono preoccupato». Già, perché i tempi stringono. Il prossimo 21 maggio entrerà in vigore l’ultimo effetto della legge del 2016, con la chiusura delle sale slot che si trovano entro i 500 metri dai luoghi sensibili. Che, nei fatti, porterebbe a un quasi azzeramento di tutte le attività. lp/AGIMEG