Speciale 8 marzo: Imma Romano, Direttrice Relazioni Istituzionali Codere Italia

“Il settore del gioco pubblico sta lentamente virando verso una maggiore presenza femminile ma oggi si fatica a trovare una donna che ricopra il ruolo di ceo o ad. Bisogna premiare le competenze a prescindere dall’essere uomo o donna”

Madre di Amanda e Linda, nonna di Diana, lavoro nel settore del gioco pubblico ormai dal 2001. Più di 20 anni di sfide, partite perse, vinte e pareggiate ma sempre con intatta la voglia di giocare. Imparare, sperimentare, conoscere e guardare il mondo e le persone con lenti trasparenti e colorate: la mia preghiera quotidiana. Ottimista radicale, sono convinta che le cose cambiano se noi ci impegniamo per cambiarle. Lamentarsi non serve, serve fare. Ho la fortuna di credere in quello che faccio e il privilegio di lavorare in un’azienda che ha creduto in me, nonostante me.

Cosa vuol dire oggi essere donna nel mondo del lavoro relativamente al settore del gioco pubblico?

Il Settore del gioco pubblico soffre ancora di quella patologia tipica delle industrie a trazione maschile. Se guardiamo alle aziende più strutturate si fa tutto un parlare di parità di genere, di work life balance, di tutela della maternità. E certamente l’impegno a raggiungere una equità di trattamento e a prevedere incentivi per le donne professioniste, che non intendano rinunciare alla genitorialità, è tangibile e concreto. Purtroppo, però, anche in questi contesti, si fa fatica a trovare una donna che ricopra il ruolo di CEO o di AD. E questo vorrà pure dire qualcosa. O assumiamo che non ci siano donne sufficientemente skillate per questi ruoli, e lo escluderei, o il settore del gioco pubblico rigetta le donne a vantaggio dell’uomo al comando.

Nelle piccole e medie aziende questo fenomeno è ancora più evidente; tante donne nell’amministrazione, nelle funzioni di staff ma poche al comando delle aziende e dei singoli dipartimenti.

Da quando ha cominciato la sua attività nel settore ad oggi, è cambiato qualcosa nel rapporto di competenze e ruoli di responsabilità rispetto ai colleghi uomini?

Certamente anche il settore del gioco pubblico, come più in generale altri contesti produttivi, sta lentamente virando verso una maggiore presenza femminile. E questo avviene non tanto per una consapevolezza sociale ma per una necessità: nei settori STEM le donne stanno velocemente guadagnando terreno e il numero di ingegneri donne, così come di statistici donne sta crescendo velocemente a discapito dei colleghi maschi. Quindi se cerco un profilo tecnico di valore lo troverò probabilmente più facilmente tra le laureate che tra i laureati. Nelle nostre aziende le figure femminili crescono di numero, aspettiamo che crescano anche nei ruoli di responsabilità visto che le competenze non mancano.

Le donne studiano di più, si laureano prima e con voti migliori. Il vero problema è quello che accade nel momento in cui decidono di diventare madri e, irrimediabilmente, a mollare il lavoro sono le donne e non gli uomini. Mi sembra però che le nuove generazioni siano già più avanti rispetto alle precedenti ed è sempre più frequente vedere padri che accudiscono i bambini con la stessa disinvoltura delle madri.

La cura non dovrà essere sempre e solo appannaggio delle donne.

Come immagina il ruolo della donna, in questo settore, nei prossimi anni?

Mi piace pensare a un domani in cui saranno le competenze, anche le soft skill, a guidare le assunzioni e i ruoli. L’esempio del “blind recruitment”, le cosiddette assunzioni al buio, che garantiscono l’eliminazione di tutti i pregiudizi di cui il recuiter o il responsabile degli avanzamenti professionali, e i capi in genere, possono soffrire. L’esempio, risalente ormai al 1980, della Toronto Symphony Orchestra è un evergreen: decise di assumere nuovi componenti con un metodo innovativo molto particolare. L’orchestra era composta quasi esclusivamente da uomini, e così si scelse di svolgere le audizioni dietro uno schermo, per poter giudicare il candidato solo in base alle sue doti di musicista e senza altri condizionamenti.

Il risultato delle audizioni fu un’orchestra rinnovata, composta in parti pressoché uguali da uomini e da donne, più diversificata e in grado di offrire prestazioni musicali decisamente migliori.

Mi piace pensare a un futuro dove l’armonia del settore sia realizzata grazie a un presenza integrata di donne e uomini che remano insieme per raggiungere obiettivi validi per tutti.