Slot, Consiglio di Stato difende distanziometro del Comune di Ravenna: “Strumento finalizzato alla tutela dei soggetti più deboli e non ha effetti espulsivi”

Il titolare di un’attività di giochi ha presentato un ricorso al Consiglio di Stato per chiedere la riforma della sentenza del Tar dell’Emilia-Romagna che aveva confermato la validità del provvedimento di chiusura dell’esercizio emesso dal Comune di Ravenna a causa del mancato rispetto della distanza minima da un luogo sensibile.

Il Consiglio di Stato ha ribadito che “il Comune di Ravenna ha applicato il criterio distanziale previsto a livello regionale e individuato i luoghi sensibili in ottemperanza alle disposizioni della legge e della deliberazione regionali finalizzate a prevenire e a contrastare la dipendenza dal gioco, nonché ad assicurare la tutela dei soggetti più deboli”.

In più, i giudici di Palazzo Spada specificano che non vi è effetto espulsivo della norma poiché “le aree disponibili all’interno del territorio comunale per l’insediamento delle attività del gioco di azzardo lecito ammontano a circa 170” e “consentono l’insediamento delle attività di gioco lecito anche in prospettiva in quanto in tali contesti non sono previste destinazioni d’uso riconducibili a luoghi sensibili per cui l’eventuale trasferimento in queste zone delle attività di gioco lecito non esporrebbe gli imprenditori a rischi di future incompatibilità“.

Per questi motivi il Consiglio di Stato ha deciso di respingere il ricorso e confermare la validità di quanto stabilito dal Tar dell’Emilia-Romagna. ac/AGIMEG