Le miriadi di leggi e regolamenti locali che si susseguono, a volte in aperto contrasto gli uni con gli altri, hanno come esito ormai conclamato il ritorno del gioco illegale, con pesanti ripercussioni di carattere sociale e di ordine pubblico. E’ l’allarme che lanciano Sistema Gioco Italia e Sindacato Totoricevitori Sportivi sottolineando che lo Stato, attraverso l’Agenzia Dogane e Monopoli, già oggi, disciplina l’esercizio del prodotto gioco mediante il sistema della Concessione. “Chiediamo che, attraverso leggi nazionali, siano stabiliti limiti e cautele con le quali il gioco può essere commercializzato. E’ del tutto evidente infatti, che non si tratta di problemi locali o regionali, ma di regole che debbono valere per tutta la penisola da Bolzano a Palermo. Nei disciplinari legati alla delega fiscale chiediamo che sia chiaramente stabilito questo principio, prevedendo anche una precisa attribuzione di funzioni normative allo Stato, in modo da disciplinare l’individuazione e la tutela dei luoghi sensibili con regole uniformi per tutto il territorio nazionale.” Ha dichiarato Massimo Passamonti Presidente di Sistema Gioco Italia. “Chiediamo inoltre – aggiunge Giovanni Baglivo Presidente di STS Sindacato Totoricevitori Sportivi aderente alla Federazione Italiana Tabaccai – che vengano identificati con chiarezza i luoghi dove si possa giocare. Per esempio, riteniamo semplicemente assurda la recente sentenza di un Tribunale che permette l’attività di gioco nelle lavanderie. Se il legislatore vuole effettivamente prevenire episodi di dipendenza, preservare i minori dal gioco e, più in generale garantire la legalità e la sicurezza del giocatore, lo deve fare identificando chiaramente luoghi adeguati ed esercizi che salvaguardino queste necessità. Insieme, Unindustria ed STS chiedono che si inizi da subito e con determinazione un lavoro comune con tutte le Istituzioni coinvolte per arrivare a norme semplici e chiare su tutte queste tematiche. lp/AGIMEG