“Non comprendiamo la soddisfazione del Sindaco di Cairo Montenotte per la sentenza del TAR Liguria che, nel confermare l’ordinanza sugli orari di funzionamento degli apparecchi da intrattenimento, mette a rischio il lavoro onesto di molti addetti del settore per tutelare pochi soggetti in cura presso l’ASL 2 Savonese”. A conclusione del giudizio di primo grado dinanzi al giudice amministrativo ligure, sono queste le prime parole del Presidente Nazionale della Federazione Italiana Tabaccai, Giovanni Risso, che ha aggiunto: “ancora più incomprensibile la soddisfazione dell’attuale Sindaco di Ventimiglia per un’ordinanza non sua e con il quale si conveniva sulla necessità di individuare formule di tutela diverse dal proibizionismo. Una retromarcia inspiegabile”. “Il giudice ha ritenuto che la circolare del Ministero dell’Interno che invita i Sindaci ad adeguare gli orari a quelli indicati nella Conferenza Unificata del 7 settembre 2017 non sia vincolante – ha continuato Risso – ci chiediamo noi che senso abbia sprecare tanto tempo in seno alla Conferenza Unificata se poi i primi a disconoscerne il valore dei lavori sono proprio gli stessi enti locali che vi partecipano. È arrivato il momento che lo Stato si riprenda la riserva statale sul gioco emanando norme chiare e univoche affinché un settore complesso possa contare su regole certe uniformemente applicabili sul territorio nazionale”. Gli ha fatto eco Giorgio Pastorino, Presidente Nazionale del Sindacato Totoricevitori Sportivi: “spesso non si tiene conto, come nel caso di specie, di dati certi e inconfutabili come il numero complessivo degli apparecchi in costante diminuzione da oltre 2 anni, decremento che ha portato al loro dimezzamento. Ancora, non si tiene conto del fatto che su quasi 275.000 abitanti solo 63 cittadini sono in cura presso la ASL 2 savonese comprendente Cairo Montenotte. Se una percentuale dello 0,02% consente di creare un allarme sanitario, non immaginiamo cosa potrebbe succedere alle attività economiche in cui si trattano prodotti alcolici che creano dipendenza molto più del gioco, applicando i medesimi principi”. Risso ha concluso: “Non pensino i Sindaci del distretto che lasceremo strade intentate. I nostri legali stanno già lavorando al ricorso in appello auspicando che almeno a Roma, ove la Conferenza Unificata ha sede, qualcuno voglia tenerne conto. Del resto per i tabaccai, a differenza di altri esercizi, il gioco legale è parte essenziale dell’attività, non certamente “attività facoltativa, collaterale e secondaria. Da operatori professionisti non intendiamo lasciarne la gestione a competitor o alla criminalità”. cdn/AGIMEG