Il Senato “impegna il Governo a verificare la possibilità di un regime speciale di ammortizzazione dei costi per i rivenditori di tabacchi e di giornali per i servizi da questi svolti obbligatoriamente per conto dello Stato, a partire dal comodato gratuito dei POS”. E’ quanto chiedono in una mozione approvata dall’Aula di Palazzo Madama, i senatori Pagliari e altri (PD), in riferimento alla diffusione dei sistemi elettronici di pagamento. “Un’altra categoria che si oppone all’applicazione della commissione sulle transazioni è quella dei tabaccai, che, negli anni, accanto alla distribuzione e vendita dei prodotti da fumo e alla rivendita di valori bollati e postali, si sono visti attribuire l’erogazione, attraverso i circuiti «Lottomatica» e «Sisal», di molti servizi di pubblica utilità, quali l’attività di certificazione e riscossione di tributi locali e altri servizi – spiegano i senatori nel documento, “come tasse automobilistiche, o di pagamento di multe, canoni e bollette, e la funzione di raccolta di giochi come lotto, superenalotto e lotterie istantanee, il tutto a fronte di «aggi» fissi e predeterminati, in percentuale, rispetto ai volumi conseguiti”. Tale “evoluzione ha fatto sì che le tabaccherie assumessero sempre più un valore ad alto contenuto sociale ma, al
contempo, gli incassi giornalieri ed i beni presenti all’interno dei locali, che costituiscono dei veri e propri valori (tabacchi,
ricariche telefoniche, tagliandi delle lotterie, e altro), hanno reso le rivendite di generi di monopolio una delle categorie
maggiormente esposte agli attacchi della criminalità”. Per le stesse ragioni, “anche tale categoria ha espresso il suo malcontento, poiché, in ragione di un obbligo ad esercitare una funzione pubblica impostole per legge, rischia di subire un
danno derivante da un calo di redditività, soprattutto quando il margine di guadagno dell’operazione di pagamento è inferiore a
quello del costo medio da sostenere per la transazione elettronica: in tale contesto la categoria minaccia soprattutto di uscire dal
mercato, rifiutandosi di offrire, nello specifico, alcuni servizi di pagamento all’utenza”. im/AGIMEG