Calvi (Pres. GLMS) ad Agimeg: “Tennis sport più coinvolto da possibili combine. Esports nuova frontiera del match-fixing”. IL VIDEO

Dai nostri inviati a Londra – Il mondo dello sport e delle scommesse, ma anche dei fenomeni legati alla corruzione delle competizioni sportive, al centro dell’intervista del direttore di Agimeg, Fabio Felici, a Ludovico Calvi, Presidente di GLMS, a margine dell’ICE di Londra 2022.

Il GLMS si occupa di match-fixing e l’Italia, nel vostro ultimo report, occupava un poco invidiabile sesto posto tra i Paesi europei per eventi segnalati. Qual è la situazione nei primi tre mesi del 2022?
Abbiamo un sistema che già con la piattaforma nazionale controllata attraverso ADM, unitamente ai nostri sistemi di intelligence, è all’avanguardia. Sicuramente siamo una realtà da cui gli altri Paesi prendono spunti. Il fenomeno tuttavia è globale, motivo per il quale la scommesse spesso viene piazzata in un altro continente, la partita si svolge magari in Europa, e il denaro viene da un altro continente ancora. E’ inevitabile quindi che oggi ci debbano essere dei network che mettano a fattore comune tutte le informazioni, anche se molte volte abbiamo avuto difficoltà a causa delle norme sulla privacy. Tutto questo viene fatto all’interno di un contesto in cui GLMS, avendo tre uffici che si occupano di analisi ed integrity situati ad Hong Kong, in Asia, a Copenaghen, in Europa, e in Canada, riusciamo a coprire tutto ciò che succede nel mondo. Durante la pandemia sono aumentati i casi di match-fixing in generale, in quanto lo sport è venuto meno, il sistema è entrato in crisi, non è stato più fonte di ricavi per numerose federazioni sportive, e quindi il grado di vulnerabilità è aumentato.

L’Europa è al primo posto tra gli alert di partite sospette, la situazione è ancora così grave?
In Europa abbiamo la più grande copertura e monitoraggio degli avvenimenti, cosa che non sempre avviene negli altri Paesi, quindi è più facile trovare fenomeni di match-fixing. Il mercato europeo è maturo, le regolamentazioni sono all’avanguardia, ed è ovvio che attraverso il monitoraggio si intercettino questi fenomeni, soprattutto sul tennis che continua ad essere uno degli sport in cui il grado di vulnerabilità è inevitabilmente più alto. Un altro fenomeno in grande crescita è quello degli esports, dove molti tornei sono organizzati su internet, senza una federazione o un regolamento ufficiale formalizzato, ed anche qui vi sono numeri in crescita per quanto riguarda le frodi sportive.

Oltre a segnalare i casi di combine, GLMS si dedica anche ad eventi educativi, per prevenire fenomeni di match-fixing.
Facciamo sessioni di educazione nella comprensione della frode sportiva, quali sono le minacce e quali eventualmente le opportunità che ha il mondo dello sport. Ci rivolgiamo a forze di polizia, di ogni Paese del mondo, parliamo con loro raccontando le dinamiche legate alla frode sportiva. Ma andiamo anche nelle università, parlando con gli studenti che si stanno laureando, soprattutto in economia dello sport, ma parliamo anche con gli atleti, con il CIO, la UEFA, la FIFA e con le diverse organizzazioni sportive. Dagli adolescenti in poi crediamo vi siano le condizioni per creare la consapevolezza su questo fenomeno.

Questi eventi alterati riguardano più le competizioni piccole o i grandi eventi come i Mondiali o le Olimpiadi?
Nella Coppa del Mondo di calcio o nelle più grandi sfide olimpiche ci sono fenomeni molto più limitati rispetto a competizioni più piccole. C’è anche molta differenza tra quanto accade negli sport di squadra rispetto agli sport più individuali. Sappiamo infatti che il grado di vulnerabilità cambia, a seconda se si è in undici, come nel calcio, in cinque, come nel basket, o addirittura da solo nel tennis. Quanto più basso è il numero di atleti, tanta più alta è la vulnerabilità. In ogni caso i grandi eventi sono monitorati molto. Ricordo alle Olimpiadi di Londra una sfida di badminton in cui due squadre non giocarono come avrebbero dovuto in quanto, come spesso accade in quei casi, chi perdeva avrebbe poi incontrato la squadra meno forte. E’ un atteggiamento antisportivo che nulla ha a che fare con le scommesse. Il match-fixing tuttavia non è solo legato al mondo delle scommesse, ma anche alla trasparenza che un atleta deve avere: è quello il valore che cerchiamo di difendere”.

 

ff/AGIMEG