Scommesse: al via esame proposta di legge PD su aumento imposta unica per promozione attività sportive

Al via oggi in VII Commissione (cultura, scienza e istruzione) della Camera l’esame del disegno di legge sull’Incremento delle aliquote dell’imposta unica sui concorsi pronostici e sulle scommesse relativamente ad alcuni giochi e destinazione del gettito alla promozione dell’attività sportiva (Berruto PD – Rel. Manzi).

“La proposta di legge in esame– che consta di un solo articolo – istituisce un Fondo per la promozione dello sport, con una dotazione di 80 milioni di euro annui a decorrere dal 2023, destinati al finanziamento di progetti di promozione dello sport, alla promozione di investimenti nei settori sportivi giovanili e alla promozione delle attività del Comitato italiano paralimpico. Alla copertura si provvede, fino a concorrenza dei relativi oneri, con le risorse rinvenienti dall’incremento, disposto dalla medesima proposta di legge, delle aliquote dell’imposta unica connessa a giochi di abilità a distanza con vincita in denaro e al gioco del bingo a distanza, alle scommesse a quota fissa diverse da quelle ippiche (sia quelle per cui la raccolta avviene su rete fisica, sia quelle per cui la raccolta avviene a distanza) nonché alle scommesse a quota fissa su eventi simulati”, si legge nella documentazione per l’esame del progetto di legge.

“Il comma 1 dell’unico articolo, a decorrere dal 1° gennaio 2023, istituisce nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, per il trasferimento al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, un fondo denominato “Fondo per la promozione dello sport” con una dotazione di 80 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2023. Le risorse del fondo sono destinate al finanziamento di progetti di promozione dello sport, alla promozione di investimenti nei settori sportivi giovanili e alla promozione delle attività del Comitato italiano paralimpico. Si valuti l’opportunità di aggiornare la decorrenza temporale della disposizione, essendo il 1° gennaio 2023 già trascorso. Il comma 2 incrementa, a decorrere dal 1° gennaio 2023, le aliquote dell’imposta unica previste per alcuni concorsi pronostici e scommesse, come da ultimo modificate dall’art. 1, comma 1052 della legge di bilancio 2019 (legge n. 145 del 2018). Si valuti l’opportunità di aggiornare la decorrenza temporale della disposizione, essendo il 1° gennaio 2023 già trascorso. Si tratta delle aliquote applicate ai giochi di abilità a distanza con vincita in denaro e al gioco del bingo a distanza, alle scommesse a quota fissa diverse da quelle ippiche (sia quelle per cui la raccolta avviene su rete fisica, sia quelle per cui la raccolta avviene a distanza) nonché alle scommesse a quota fissa su eventi simulati. A tale proposito, si ricorda che l’imposta unica, istituita dal decreto legislativo del 23 dicembre 1998, n. 504, si applica ai concorsi pronostici e alle scommesse di qualunque tipo, relativi a qualunque evento, anche se svolto all’estero. Le aliquote sono variabili fra i vari tipi di gioco; la base imponibile per i concorsi pronostici è costituita dall’ammontare della somma corrisposta dal concorrente per il gioco al netto di diritti fissi e compensi ai ricevitori, mentre per le scommesse è costituita dall’ammontare della somma giocata per ciascuna scommessa. I soggetti passivi dell’imposta sono coloro i quali gestiscono, anche in concessione, i concorsi pronostici e le scommesse. In merito ai richiamati soggetti passivi, si segnala che in base al disposto della sentenza della Corte di giustizia europea (Prima Sezione) del 26 febbraio 2020 nonché della sentenza 23 gennaio 2018, n. 27 Corte costituzionale l’imposta unica sui concorsi pronostici e sulle scommesse è applicabile a tutti gli operatori che gestiscono scommesse raccolte nel territorio italiano, a prescindere dal luogo in cui sono stabiliti. In particolare la Corte di giustizia rileva che nulla osta “ad una normativa di uno Stato membro che assoggetti ad imposta sulle scommesse i Centri di Trasmissione di Dati stabiliti in tale Stato membro e, in solido e in via eventuale, gli operatori di scommesse, loro mandanti, stabiliti in un altro Stato membro, indipendentemente dall’ubicazione della sede di tali operatori e dall’assenza di concessione per l’organizzazione delle scommesse”. La disposizione in commento, nello specifico, stabilisce che a decorrere dal 1° gennaio 2023, l’aliquota dell’imposta unica di cui al citato decreto legislativo 23 dicembre 1998, n. 504, è stabilita nei seguenti valori: per i giochi di abilità a distanza con vincita in denaro e per il gioco del bingo a distanza, nella misura del 30 per cento (rispetto al vigente 25 per cento) delle somme che, in base al regolamento di gioco, non risultano restituite in vincite al giocatore; per le scommesse a quota fissa, escluse le scommesse ippiche, nelle misure del 22 per cento (rispetto al 20 per cento), se la raccolta avviene su rete fisica, e del 26 per cento (rispetto al 24 per cento), se la raccolta avviene a distanza, applicata sulla differenza tra le somme giocate e le vincite corrisposte; per le scommesse a quota fissa su eventi simulati di cui all’articolo 1, comma 88, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, nella misura del 24 per cento (rispetto al 22 per cento) della raccolta al netto delle somme che, in base al regolamento di gioco, sono restituite in vincite al giocatore. Il comma 3 provvede alla copertura finanziaria, stabilendo che a copertura degli oneri derivanti dall’applicazione della misura introdotta al comma 1, pari a 80 milioni di euro a decorrere dall’anno 2023, si provvede a valere, fino a concorrenza dei relativi oneri, su quota parte delle maggiori entrate derivanti dall’applicazione degli incrementi previsti al precedente comma 2. Il comma 4, infine, stabilisce che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, con il Ministro dell’istruzione, con il Ministro della cultura e con il Ministro per lo sport e i giovani, sono stabilite annualmente entro il 30 giugno le modalità e i criteri di ripartizione delle risorse del fondo. Focus: l’andamento dei risultati finanziari del gioco legale in Italia È utile ricordare, in questa sede, che il risultato del comparto del gioco legale in Italia viene misurato attraverso le seguenti dimensioni: Raccolta: l’ammontare complessivo delle puntate effettuate dalla collettività dei giocatori; Vincite: è il totale delle somme vinte dai giocatori; Spesa: corrisponde all’effettiva perdita dei giocatori. È data dalla differenza tra Raccolta e Vincite. Corrisponde, inoltre, al ricavo della filiera (al lordo delle somme destinate all’Erario); Erario: costituisce l’ammontare derivante dall’imposizione fiscale e dal differenziale tra Raccolta, Aggi e Vincite dei giochi che entra nelle casse pubbliche”, aggiunge.

“La proposta di legge, nella Relazione illustrativa, evidenzia alcuni dati relativi al settore delle scommesse sportive. Riferendo quanto riportato nel Libro Blu pubblicato dall’Agenzia dei Monopoli con riferimento al 2019, la Relazione suddetta evidenzia che nell’anno medesimo il canale telematico del gioco legale in Italia aveva raccolto circa 36,4 miliardi di euro, di cui 7,72 miliardi di euro per le scommesse sportive a quota fissa. Per quanto riguarda il canale di vendita fisico, sempre nell’anno 2019, secondo i dati dell’Agenzia, la raccolta totale era stata di 74,1 miliardi di euro (che rappresenta il totale della raccolta realizzata presso i punti fisici) di cui 4,80 miliardi di euro relativi alle scommesse sportive. Nel triennio 2017-2019 il valore della raccolta complessiva delle scommesse sportive a quota fissa è cresciuto del 26 per cento, passando da circa 10 miliardi di euro a 12,5 miliardi di euro, con una crescita maggiore della raccolta a distanza rispetto a quella fisica. Il più recente Libro Blu per l’anno 2021 evidenzia – in via di estrema sintesi – quanto segue. A differenza dell’anno precedente, nel 2021 si registra un incremento di tutte le dimensioni del gioco: 25,98 per cento per la Raccolta, 27,06 per cento per le Vincite, 19,60 per cento per la Spesa e 16,20 per cento per l’Erario. L’ultimo libro blu sottolinea come il rapporto fra Vincite e Raccolta è aumentato fra il 2020 e il 2021 passando dall’85,3 per cento all’86,06 per cento, nonostante nello stesso periodo il pay-out (tasso di remunerazione per i giocatori) degli apparecchi da intrattenimento si sia, viceversa, abbassato passando dal 74,2 per cento al 73,9 per cento, a testimonianza di un lento e graduale cambiamento delle abitudini dei giocatori che si spostano su altre tipologie di gioco con pay-out più remunerativi rispetto agli apparecchi da intrattenimento. A questo fenomeno corrisponde un rapporto inverso fra Erario e Raccolta; nel 2019, infatti, il rapporto era pari al 10,28 per cento; mentre, nel 2021, tale rapporto si è notevolmente abbassato, facendo segnare un valore del 7,56 per cento. Tale dato evidenzia il passaggio dei giocatori su giochi con imposizione più bassa e, quindi, consolida la precedente osservazione su un graduale abbandono del gioco tramite apparecchi da intrattenimento, oggetto, invece, di un prelievo erariale maggiore”, continua.

“Analizzando il contributo all’Erario delle diverse tipologie di gioco fisico e a distanza, nel 2021, si evidenzia come il contributo all’Erario di seguito illustrato alla voce “Altro” registri un aumento dal 13,51 per cento nel 2020 ad un contributo del 14,62 per cento nel 2021. Le Scommesse sportive a quota fissa, ricomprese nella categoria “Altro”, rappresentano il 38,73 per cento delle entrate erariali registrate nel 2021 (423,13 milioni di euro su 1.092,57 milioni di euro). Come gli scorsi anni, anche nel 2021 si è continuato a registrare un aumento del contributo erariale del “Betting exchange”, una particolare tipologia di gioco, offerto da pochi concessionari per una categoria specifica di giocatori appassionati a questo tipo di scommessa. I valori del “Poker cash” mostrano una diminuzione nel 2021 rispetto al 2020, da un contributo pari a 20,67 milioni di euro nel 2020, a 17,81 milioni di euro nel 2021”, prosegue.

“Il Libro Blu 2021, come evidenziato supra, ipotizza – sebbene si riferisca agli apparecchi da intrattenimento – che il prelievo fiscale possa influenzare il comportamento e le scelte dei contribuenti, i quali tendono a spostarsi verso forme di gioco il cui payout è maggiore. D’altro canto, si conferma anche nel triennio 2019-2021 un trend di crescita del settore dei giochi a distanza, con particolare riferimento a quelli sportivi. Per ulteriori dati, cfr. anche il focus “La fiscalità nel settore dei giochi”, predisposto dall’Ufficio parlamentare di bilancio nel 2018”, conclude. cdn/AGIMEG