La Corte di Giustizia Tributaria di Catanzaro ha accolto il ricorso di una titolare di un bar, annullando due avvisi di accertamento emessi dall’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli (ADM) per il recupero dell’imposta unica sugli apparecchi da intrattenimento relativi agli anni 2017 e 2018. Gli avvisi, che imponevano un pagamento di oltre 96.000 euro per il 2017 e 100.000 euro per il 2018, erano stati emessi a seguito di un controllo eseguito dalla Polizia di Stato presso il locale della ricorrente, dove erano stati trovati tre personal computer collegati a piattaforme di gioco online.
La ricorrente ha contestato la legittimità degli accertamenti, depositando una consulenza tecnica che dimostrava come i computer non fossero stati utilizzati per scommesse negli anni in questione. “Non vi sono elementi che provino l’utilizzo di tali apparecchi per scommesse nel 2017 e 2018”, ha rilevato il giudice, basandosi sui dati forniti dall’esperto della difesa.
Nonostante la presenza di palinsesti cartacei e monitor nel 2022, la Corte ha stabilito che “tali elementi non possono dimostrare retroattivamente l’utilizzo illecito dei computer negli anni precedenti”. La difesa dell’ADM non è stata ritenuta sufficiente, in quanto l’amministrazione non ha prodotto il verbale delle operazioni compiute dagli agenti nel 2022, privando così il giudizio di una prova chiave. La Corte ha quindi dichiarato nulli gli atti impugnati. ac/AGIMEG