E’ stato presentato al Consiglio di Stato un ricorso che chiedeva la riforma della sentenza del Tar della Calabria che aveva confermato la legittimità del provvedimento di diniego al rilascio dell’autorizzazione per l’esercizio di raccolta scommesse ai sensi dell’art. 88 del T.U.L.P.S. alla parte ricorrente.
I giudici di Palazzo Spada hanno precisato che “alla nota della Questura di Vibo Valentia, risultano per il soggetto richiedente l’autorizzazione (a seguito di controlli, protratti in un arco temporale di alcuni anni, che praticamente copre l’intero periodo di età adulta del soggetto) numerose frequentazioni o parentele, con soggetti pregiudicati o segnalati, per reati anche gravi, alcuni delle quali recenti, o che comunque, ancorché più risalenti, riguardano soggetti le cui condotte suscitano allarme in relazione all’attività oggetto dell’autorizzazione negata“.
Dunque, “in un simile contesto, tenendo conto della rilevanza e sensibilità, sotto il profilo della tutela della sicurezza pubblica, dell’attività soggetta ad autorizzazione ex art. 88 TULPS, la valutazione operata dal TAR non può ritenersi illogica o basata su presupposti travisati”.
Per questi motivi il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso e confermato quanto stabilito dal giudice di primo grado. ac/AGIMEG